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MUSICA

Nuovo disco della band I Segreti. Zanoletti: «Vogliamo essere veri»

Domani l'album «Bellissimo» e il concerto a Pulp di via Monte Sporno

Nuovo disco della band I Segreti Zanoletti: «Vogliamo essere veri»

di Pierangelo Pettenati

21 Marzo 2024, 14:23

Domani sarà una giornata speciale per I Segreti, la band parmigiana composta da Angelo Zanoletti (voce, tastiera e synth), Emanuele Santona (basso) e Filippo Arganini (batteria) che grazie ai due album pubblicati finora ha raggiunto milioni di ascolti in streaming e suonato in tutta Italia: le cinque canzoni della seconda parte del loro terzo album in studio, «Bellissimo» (prodotto da Matteo Cantaluppi), usciranno su tutte le piattaforme digitali e la sera, alle 23, la band suonerà al Pulp di via Monte Sporno nella prima data del tour italiano che ripartirà in aprile per toccare Roma, Caserta, Milano, Torino e Bologna. Le prime cinque canzoni sono uscite lo scorso 15 marzo, come a voler formare un disco in vinile virtuale da ascoltare un lato alla volta.

«Un modo – dice Angelo Zanoletti – per dare più valore alle canzoni. Oggi, quando esce un disco è facile, perdere il senso ascoltando le canzoni con un po’ di superficialità. Dividendolo in due hai più modo di essere ascoltato e soprattutto di essere ascoltato meglio».

Uscita del disco e prima data del tour: quali sono le vostre sensazioni?

«Siamo molto contenti per come è avvenuto il disco e perché suoneremo al Pulp. Torneremo a salire su un palco dopo due anni e sarà come tornare al passato. Finalmente porteremo dal vivo le canzoni nuove e anche quelle vecchie, che abbiamo riarrangiato per rendere il tutto più uniforme».

«Bellissimo» rispecchia il vostro stile, ma ha più colori, è più vivo e dinamico; una crescita che non tradisce le radici. C’è una canzone lo rappresenta particolarmente?

«Sì, “La chiave”. In questo disco raccontiamo tanto di come ci siamo sentiti persi per essere stati lontano dalle scene musicali per un po’ e “La chiave” è la canzone che lo spiega meglio, perché parla delle difficoltà anche di scrivere canzoni e nell’affrontare il rapporto con la musica, che a volte non è facile da mantenere. È una canzone concepita come uno sfogo e infatti le frasi della canzone indicano una possibilità di cambiamento, un immaginarsi altrove per un secondo, fare dell’altro per uscire da quel momento».

Qual è il vostro rapporto con la musica, visto che nella vostra vita non c’è solo la musica?

«Noi lo viviamo al 100%. È la nostra attitudine e in particolare la mia, perché le canzoni le scrivo soprattutto io, in maniera quasi metodica. Le mie energie e la mia testa vanno sempre lì. Io penso che se devi fare una cosa, devi fare solo quella o perlomeno devi metterci tutto quello che hai e questo non è mai cambiato. Tutti noi nella vita facciamo anche altre cose, ma se non diamo il giusto peso a quello che facciamo allora la cosa non funzionerà e l’ascoltatore lo sentirà. Al pubblico va sempre data la verità e chi si affeziona al progetto è perché riesce a cogliere una verità di fondo. È un lavoro molto strano, ma penso che chi scrive canzoni abbia una responsabilità nei confronti di chi lo ascolta».

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