Centrale a biomasse, autostrada Ti-Bre e allevamento industriale di galline: questi gli argomenti trattati nell'assemblea voluta dal Comitato per la tutela del territorio di Trecasali.
Secondo il Comitato la nuova centrale a biomasse, proposta da Eridania Sadam, produrrà approssimativamente 60 tonnellate di polveri sottili, 140 di monossido di carbonio e qualcosa come 7500 tonnellate di ceneri da smaltire in discarica. I componenti del comitato hanno motivato la loro contrarietà più volte citando diversi elementi che andrebbero a discapito della salute della cittadinanza. «Lo scorso marzo - ha spiegato la dottoressa Francesca Granelli, membro del comitato - 40 medici hanno firmato un documento elencando i danni sulla salute che saranno provocati dalla centrale a biomasse. Nel documento, inviato al sindaco, sono elencati una serie di dati allarmanti tra cui un incremento dei tumori, danni all’apparato riproduttivo e aumento degli aborti spontanei. In questo momento sembra che a Trecasali un accordo con Eridania e bieticoltori sia più importante della saute dei cittadini». Durante il dibattito hanno espresso la propria contrarietà anche il vicesindaco di Torrile, Ennio Stringhini, e il vicesindaco di Sissa Marco Moreni. Inoltre Antonio Varatta, consigliere di minoranza a Torrile, ha evidenziato la necessità di rimarcare la contrarietà delle amministrazioni attraverso un documento. «Con la centrale a biomasse si vuole realizzare un'opera che porterà profitto a pochi a discapito della salute della collettività – ha dichiarato - Riguardo a questo tema i comuni limitrofi hanno espresso la propria contrarietà ma non esistono ancora documenti ufficiali. Invito quindi le amministrazioni dei comuni del territorio ad esprimersi attraverso un documento ufficiale». Ma i cittadini sono preoccupati anche per un grande allevamento industriale da 300 mila galline che - secondo il Comitato - andrà a produrre 60 tonnellate di polveri sottili e 20 di rifiuti speciali e il progetto del passaggio dell’autostrada Tirreno Brennero a Trecasali. Chiedono ai vari enti coinvolti di fare un passo indietro: «L’aria è satura di inquinamento, per la nostra salute e per quella dei nostri figli non vogliamo altre opere nel nostro territorio».
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