Cella di Noceto
Stasera scatta l’ora X. È tutto pronto a Cella per accogliere la 56ª edizione della Sagra della polenta: un evento straordinario - con il sostegno del Consorzio agrario di Parma - che unisce in un abbraccio metaforico un’intera comunità, realizzato col sostegno di Coldiretti e Campagna amica.
Stasera si esibirà sul palco l’orchestra di Marco e Alice, mentre domani sarà la volta dello spettacolo «Voglio tornare negli anni '90», una performance di dj, mascotte coi costumi più iconici dell’epoca e ballerine che regaleranno musica e divertimento sotto una pioggia di coriandoli variopinti. Poi c’è lei, sua maestà la polenta preparata e accompagnata, come vuole la tradizione dell’evento, da prodotti genuini e a km zero.
È questo uno dei segreti della polenta di Cella, un piatto intriso di tradizione che si potrà gustare con ragù di carne, funghi, Parmigiano reggiano, gorgonzola, burro dei caseifici della zona, fritta e con le lumache della ditta Parizzi.
La si potrà accompagnare anche con la Rosa di Sant’Andrea, una pancetta coppata delle colline di Medesano cotta al forno, e culaccia del salumificio Rossi.
Tra le principali artefici dell’ottima riuscita della Sagra, c’è Rosalba Calandra Checco, custode dei segreti che bollono in pentola, responsabile gastronomica e della cucina. Un incarico che già ricopriva e che le è stato riconfermato in seguito all’ultimo consiglio dei soci della Pro loco.
«Il mio compito – ha spiegato – è quello di organizzare la cucina sotto tutti i punti di vista. Si parte mesi prima per contattare i fornitori e accordarsi su vari aspetti logistici. Poi, quando i prodotti sono arrivati e la linea è completa, iniziano i preparativi veri e propri. Ogni sugo che accompagna la polenta viene preparato alla mattina e consumato la sera stessa». Si parla, tanto per avere un’idea, di 80 chili di carne a sera per il ragù, 200 chili di sugo finito ai funghi, 4 o 5 forme di Parmigiano Reggiano da grattugiare.
«Anche la formazione della cucina, intesa come disposizione delle persone, è compito mio – ha continuato - Gli uomini, in linea di massima, sono addetti a mescolare la polenta, mentre le donne vengono disposte nel modo che ritengo più opportuno. Affinché le cose funzionino, e visto il riscontro devo dire che vanno molto bene: è necessario che ognuno esegua compiti per il quale è tagliato. Non tutti infatti sono in grado di svolgere ogni mansione». E per evitare i battibecchi? «Anche quello è un mio compito – ha detto sorridendo Rosalba –: ci si conosce da anni quindi cerco di mettere insieme le persone che creano gruppo e affiatamento e magari tenere separati altri, ma non ce n’è bisogno, tutti lavoriamo per un unico scopo».
Per Rosalba e la sua famiglia, la Sagra della polenta è una cosa seria: «Ci prendiamo le ferie dal lavoro per essere qui a garantire la perfetta riuscita di un evento al quale teniamo molto. Mio marito Pino si dedica a preparare i tavoli, mentre mia figlia Alessia è al bar».
Pietro Furlotti
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