Nuove accuse per il 42enne albanese, abitante a Reggio, che lo scorso marzo era stato fermato in flagranza di reato. L’uomo, il 3 marzo scorso, era stato arrestato dai carabinieri per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e per violenza a pubblico ufficiale. Sedici i grammi di cocaina allora sequestrati al pusher oltre alle dosi che aveva ceduto ad un acquirente un attimo prima dell’intervento degli uomini dell’Arma. Non solo. Dalla perquisizione, infatti, erano spuntati anche un bilancino di precisione, 870 euro in contanti ritenuti provento dell’attività di spaccio e due telefoni cellulari che l’albanese aveva con sèì. È stata proprio l’analisi dei due telefoni che ha fatto rilevare come il 42enne in realtà aveva articolato una fitta rete di spaccio nel quartiere cittadino dove abita, che andava avanti quantomeno dall’inizio dello scorso anno. Numerosi i contatti analizzati, grazie ai quali sono emersi i nomi di molti acquirenti che, una volta interrogati, non hanno potuto far altro che confermare quanto già avevano evidenziato le indagini. Semplice il sistema utilizzato. Il pusher veniva prima contattato telefonicamente dagli assuntori. Alle brevissime conversazioni seguivano una serie di “squilli” che servivano a confermare l’incontro pattuito, ove poi avveniva lo scambio. Gli assuntori identificati, una decina in tutto, sono stati segnalati amministrativamente.
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