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REGGIO EMILIA

Strage di Gaida: secondo la perizia Orjol Lame ha danni neurologici e non può partecipare al processo

Lame ora si trova in libertà ed è tornato in patria, in Albania

La strage di Gaida

02 Giugno 2023, 16:44

«Incapace di partecipare coscientemente al processo». È l’esito della perizia disposta dal tribunale sul 33enne di origine albanese Orjol Lame che il 30 ottobre scorso si schiantò con l’auto contro un rustico disabitato sulla via Emilia, fra Villa Gaida e Cadè a Reggio Emilia. Nell’incidente morirono quattro persone - tutti a bordo della Fiat Stilo - la compagna 22enne Shane, il loro bambino di un anno e mezzo Mattias, il fratello e la sorella di lei, Resat e Rejana di 9 e 11 anni. Lame è l’unico superstite che viaggiava in quella vettura. Ricoverato in Rianimazione, restò in coma per diversi mesi. L’uomo risultò positivo alle analisi tossicologiche eseguite appena portato in ospedale dopo lo schianto: nel suo sangue vennero trovati alcool e droga. Per lui scattò l’accusa di omicidio stradale plurimo aggravato. 
Ma ora non sarebbe nelle condizioni di prendere parte al processo. Questo dice il parere del consulente nominato dal giudice che parla «danno neurologico post-traumatico con marcati deficit cognitivo comportamentali da rivalutare tra un anno». Sarà il giudice Andrea Rat a prendere una decisione nell’udienza fissata per il prossimo 8 giugno.

Viste le sue condizioni, non poteva essere chiesta una misura cautelare. Lame però, a fine dicembre si era svegliato ed era stato trasferito in uno speciale centro di riabilitazione post traumatica a Correggio. Il pm Marco Marano, aveva così potuto avanzare un’istanza di applicazione di misura cautelare. 

Il pm chiedeva i domiciliari in un luogo di cura e il divieto di espatrio con sospensione del passaporto per impedire la fuga fuori dall’Italia. Ma il gip aveva respinto la richiesta il 12 febbraio scorso. E otto giorni dopo, Lame è stato dimesso da Correggio. Il magistrato aveva impugnato il rigetto davanti al Riesame di Bologna, il quale ha però bocciato la richiesta dando ragione al gip. Una decisione che aveva fatto discutere e che aveva portato la famiglia delle vittime a scrivere una lettera di protesta. Lame ora si trova dunque in libertà ed è tornato in patria, in Albania. 

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