PROTESTA
A Reggio Emilia sono scese in strada 15mila persone per lo sciopero generale. Il colorato corteo, con bandiere della Palestina e striscioni, è partito dal polo scolastico di via Makallè percorrendo la circonvallazione cittadina e la via Emilia per arrivare in corso Garibaldi. Da qui si sono divisi due "serpentoni" con alcuni studenti e centri sociali verso la stazione ferroviaria centrale con l’intento di occuparla; ma davanti a loro si sono poste le forze dell’ordine che hanno chiuso temporaneamente l’hub, impedendo ogni accesso e sospendendo la circolazione dei treni in via cautelativa.
Non si sono registrati incidenti e nessuno ha cercato di "forzare" il blocco. Mentre sono partiti cori contro il ministro Salvini ("Teme la nostra marea"). L’unico momento di tensione si è verificato prim'ancora che il corteo partisse, quando alcune studentesse e attiviste dei centri sociali hanno sbarrato l'accesso al polo scolastico, incatenandosi ai cancelli e mettendo il lucchetto ad altri ingressi, impedendo l’entrata in classe di chi voleva fare lezione.
Mentre un’altra parte della protesta è approdata davanti alla Prefettura, con la Cgil in cima al gruppone. Con alcuni che sono poi arrivati fino in piazza del Monte, a pochi passi da piazza del municipio. «Una risposta di civiltà enorme da parte di una città che sa quanto sia faticoso a volte stare dalla parte giusta della storia, ma non per questo si volta dall’altra parte. Grazie Reggio Emilia», ha detto il segretario generale provinciale della Cgil, Cristian Sesena. Stando ai dati forniti dalla Camera del Lavoro, secondo le prime stime, in alcune aziende lo sciopero è arrivato al 90%.
© Riproduzione riservata
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata