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«Senza esagerare», cronaca semiseria tra il tennis e la cardiochirurgia: il libro di Aldo Tagliaferro

Tagliaferro Il «by-passante» che vale la partita della vita

di Roberto Longoni

02 Gennaio 2025, 15:13

Un passante millimetrico ti vale il 15 di un game. Un by-pass al momento giusto ti salva l’intera partita. Altro che sport. Racchetta tardiva, ma ostinata e pugnace, Aldo Tagliaferro interpreta il tennis come sfida assoluta, contro sé stesso e il Fato, tanto per iniziare. Come quando, il 2 agosto del 2017, quasi contro le previsioni sopravvisse ai tre set nell’ora più rovente, ogni game in svantaggio 0-40 (sia lui che l’avversario, ovvio) prima ancora di cominciare a battere: e 40 non erano i punti, ma i gradi sul campo 3 del circolo fidentino di Cabriolo. «Il mio match fantozziano dalle 13 alle 15» titolò l’articolo in prima persona pubblicato il giorno seguente sulla Gazzetta di Parma, della quale è vice caporedattore. Pur sconfitto con onore, uscì vincente dalla fornace, con il trofeo della pellaccia riportata sotto il fresco della doccia. Sudò l’anima, impugnò la penna e ci rise su: per ritrovarsi quanto prima di nuovo con una racchetta in mano, agguerrito come su un’ultima spiaggia. Più campo di battaglia che di gioco per lui il rettangolo diviso da una rete e ricoperto di terra battuta, rossa come di sangue stinto dal sudore.
Una questione di vita o di morte, la nobile disciplina di Federer e Sinner, per Tagliaferro. Esagerazione? No, lungimiranza. Un affare di cuore, letteralmente. Benedetto per lui il tennis chissà quante volte maledetto per un colpo uscito di un niente o per una palla rotolata dalla parte sbagliata del nastro. Per un «niente» silenzioso e invisibile, Aldo avrebbe potuto perdere l’intero torneo, quello al quale tutti – tennisti e non – ci ritroviamo iscritti alla nascita. È l’elettrocardiogramma annuale, obbligatorio per tutti gli iscritti alla Federazione italiana tennis e padel a far sorgere i primi dubbi nella mente di cardiologi scrupolosi come il migliore degli arbitri di sedia. Da lì, una serie di esami permetterà di scoprire una placca in un'arteria dove il divieto di sosta è permanente.
Uno stent non basterebbe. Solo con un by pass si potrà ovviare alla «lunga ateromasia» della coronaria. Servirà un intervento a cuore aperto, con tutte le incognite e le angosce vissute quando con un bisturi viene giocato un match ball sulla nostra pelle. Tagliaferro comincerà il suo percorso da un letto d’ospedale all'altro e per lui sarà l'occasione di un faccia a faccia con sé stesso, con il proprio passato e la varia umanità dei reparti, medici e infermiere, compagni di stanza simpatici o silenziosi, sprofondati nel loro infausto destino. Un viaggio a sua volta a cuore aperto, dal quale è nato «Senza esagerare. Cronaca semiseria del mio by-passante vincente» (Mattioli 1885).
Coperti solo da uno svolazzante camice allacciato sulla schiena con tre o quattro abborracciati nodi ci si sente più nudi di quando si è svestiti del tutto. Nudi, un po’ ridicoli (se non fosse che in certi frangenti l’estetica passa in secondo piano) e indifesi. Perse da un momento all’altro le corazze della vita di tutti i giorni. Il controllo della situazione in mano ad altri, se non lo si vuole abbandonare ai capricci della «placca di Damocle». Unica arma rimane l’ironia, tra pensieri e partite giochicchiate (rispettando il «senza esagerare» prescritto dai medici) a Cabriolo nell'attesa di diagnosi e contromisure.
Nell'attesa, il passato riaffiora alla velocità del pensiero. E veloci si corre all'intervento, quasi d'urgenza, dopo la coronarografia dell’8 maggio. È eseguita in un giorno peggiore di altri per chi, nel 1982, perse per droga un cugino appena più grande, mentre Gilles Villeneuve si schiantava con la sua Ferrari a Zolder. I boomer nati nel 1964 come l'autore, o giù di lì, capiranno.
A proporre il by-pass sarà il primario seguito da una schiera di cardiologi. «Penso ad Alberto Sordi nei panni del dottor Tersilli con il suo codazzo: è più forte di me, anche nei momenti difficili il mio spirito goliardico evoca immancabilmente qualche minchiata». Tristezza, timore e ironia si alternano agili nel libro. Anzi, si può dire che quest'ultima sia evocata dalle altre. È come se Tagliaferro fosse sempre in cerca di un altrove, ancora di più quando si devono tirare le somme mediche della sua situazione. Il «bip» delle apparecchiature gli ricorda «la macchina che fa pin!» del «Senso della vita» dei Monty Python, mentre alla sonda della coronarografia associa il sottomarino miniaturizzato del film «Il viaggio allucinante» del 1966, inserito nelle carotidi di uno scienziato da salvare.
Immagini e suoni. Le 60 ore d'attesa per l'intervento del venerdì 17 (pur non essendo superstizioso, Aldo avrebbe scelto un'altra data) trascorrono in compagnia di Jethro Tull e Led Zeppelin. Dei primi è stato per vent’anni il tour manager in Italia («Il più grande successo personale della mia vita»). Ma dalla sua sterminata discografia racchiusa solo in parte nello smartphone escono anche pezzi di Osanna e Free, gruppi ignoti ai più. Loro, oltre i Gentle Giant, gli Yes, i King Crimson: una colonna sonora che non ci si aspetta associata a un letto d'ospedale. Non è solo il tennis la sua passione, ma anche la musica, il buon vino e i motori.
E un luogo del cuore è Venezia (dove Tagliaferro, di origini venete, ha parte delle proprie radici), con le sue oasi magiche fuori rotta. «Quando vedete la freccia che indica Rialto o San Marco, ecco, girate in direzione ostinata e contraria, via dalla pazza folla, cercate una pasticceria con “fritoe” e “zaetti” appena sfornati, fatevi due passi alla Giudecca...». Difficile resistere alla nostalgia, quando il sonno non viene in attesa di una coronarografia temuta come un intervento e gli occhi anche se chiusi continuano a vedere.
E poi finalmente la terapia intensiva, il precoce ritorno ai pensieri di sempre. «Dov'è la racchetta?» si chiede l'autore, mentre il tennis continua a essere una faccenda televisiva, da spettatore. Sembra finita, quando, come in un romanzo, un'infezione porta a un nuovo ricovero. Ma sarà l'ultimo pedaggio da pagare, prima del ritorno in campo. «Il ritmo sale, il corpo risponde, il cuore sembra quello di prima (ah, no, speriamo di no...). “Poff. poff”. Ancora “poff”...». Inutile prendere la vita «di forza, incazzarsi, farsi venire una placca così... Meglio seguire il ritmo. Cavalcare l'onda. Assecondare il flusso». Senza esagerare.

Ape Museo
Giovedì 9 la presentazione. Libro in vendita dal 13 gennaio
Il volume di Aldo Tagliaferro «Senza esagerare - cronaca semiseria del mio bypassante vincente» edito da Mattioli 1885 sarà in vendita con la Gazzetta dal 13 gennaio a 14 euro più il prezzo del quotidiano. Il libro sarà presentato in anteprima giovedì 9 gennaio alle 17.30 all'Ape Museo di via Farini. All'incontro, moderato dalla giornalista Patrizia Ginepri, interverranno insieme all'autore il sindaco di Parma Michele Guerra, il direttore di Cardiochirurgia del Maggiore Francesco Nicolini, il direttore della Gazzetta Claudio Rinaldi e Paolo Cioni, editore. Con la partecipazione di Davide Gagliardini, attore.

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