Fermare lo sport di base produce diversi danni, sia per le società, sia per la salute di chi pratica le varie discipline, in primis i giovani. Il settore ha bisogno di sostegno, anche economico: il Comune ha previsto uno stanziamento di oltre 5 milioni di euro ma servono aiuti anche dai livelli regionale e nazionale. E poi un’anticipazione del vicesindaco: da gennaio la Medicina sportiva dovrebbe tornare al Palazzetto dello Sport. Se n’è discusso ieri sera a «Parma Europa», la trasmissione condotta da Pietro Adrasto Ferraguti su 12 Tv Parma.
In studio c’erano il vicesindaco e assessore allo Sport Marco Bosi, Sandra Rossi (direttrice del Dipartimento di Emergenza-Urgenza e della struttura complessa di Prima Anestesia e rianimazione dell’Azienda ospedaliero-universitaria) e il consigliere regionale della Lega Fabio Rainieri. In diretta dalla sede del Coni, il giornalista di 12 Tv Parma Alberto Rugolotto ha dato voce a diversi esponenti del mondo sportivo locale: tra gli altri, il presidente del Cus Parma Michele Ventura, il presidente del Comitato provinciale della Federazione italiana Pallavolo Cesare Gandolfi, il presidente della Polisportiva Inzani Sergio Greci, il presidente dell’Inter Club Vanni Villa e Rossana Fumarola, titolare di una palestra commerciale. Con loro Antonio Bonetti, delegato provinciale del Coni, che per anni è stato un medico di Medicina sportiva. In collegamento Skype Paolo Cozzolino, direttore del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl.
I PROBLEMI DELLE SOCIETÀ
Nei collegamenti esterni, lo sport locale non fa mistero delle tante difficoltà. Antonio Bonetti sottolinea che «il movimento sportivo è in difficoltà ma senza le società non ci sarebbe lo sport di base. Ci sono situazioni critiche. Da medico ho sempre insegnato che lo sport è una medicina per il benessere di chi lo pratica. La sedentarietà è uno dei principali fattori di rischio per le patologie croniche. Fermare lo sport di base porta un debito che pagheremo a distanze con queste malattie».
Il presidente del Cus Ventura rileva che, proseguendo alcune attività all’aperto in base alle normative, «stiamo andando tutto sommato abbastanza bene. Gli impianti si prestano ad allenarsi, pur con freddo e buio. Le famiglie hanno capito che sarebbe stato peggio segregare i figli in casa».
Cesare Gandolfi spiega che gli impianti di volley non hanno criticità e che le società hanno investito molto in dispositivi di protezione, prodotti per la sanificazione e così via. «Hanno speso molto per adeguarsi ai protocolli e c’è bisogno di aiuti in denaro». «Le spese ci sono ma non le entrate», gli fa eco Sergio Greci. All’Inzani «eravamo ripartiti fra agosto e settembre ma abbiamo dovuto sospendere il judo, la pallavolo, i corsi di base e la scuola calcio. Continua la ginnastica ritmica e artistica. Il grosso problema è la chiusura dell’impianto sportivo, che portava qualche risorsa».
L’Inter Club ha iniziato l’attività «perché è un valore più sociale che sportiva». Per far ripartire la piscina Ercole Negri serviranno almeno 30mila euro.
GLI AIUTI DEL COMUNE
Il dibattito si accende, anche nei toni fra Bosi e Rainieri, sulle risorse stanziate dal Comune per lo sport. Il piano del Comune darà ossigeno alle varie discipline a livello locale. Il vicesindaco rivendica il tariffario bloccato per le società, il canone azzerato per tutto il 2020 ai gestori di impianti comunali. «Un milione di euro lo distribuiremo in base alla quantità di tesserati nella stagione sportiva 2019-2020», un bacino di 22mila ragazzi: «Non è un regalo alle società ma un investimento sui ragazzi». Rainieri attacca sulla fonte delle risorse, Bosi fa notare che i 5 milioni arriveranno da fondi del governo, in parte da mancate spese e oltre un milione dal blocco delle assunzioni imposto dall’esecutivo.
Grande preoccupazione anche fra i gestori di palestre commerciali. Rossana Fumarola lamenta i danni ingenti dalle chiusure: «Fra Parma e provincia ci stiamo costituendo in associazione, “Mondo wellness” per tutelarci. Gli aiuti del governo? Finora zero euro». Per Bosi, il mondo del fitness è stato trattato come se fosse di serie B. Il vicesindaco rimarca che gli aiuti del Comune non escluderanno questi operatori.
SCUOLA E ANZIANI
Sul fronte della gestione sanitaria, Cozzolino spiega che il drive through di Baganzola è dedicato ai tamponi rapidi (fino a 350 al giorno) per la scuola e per chi finisce la quarantena. «La scuola non è un punto di diffusione del virus - fa notare -. Sono stati eseguiti 8.961 tamponi nelle scuole, di cui 7mila studenti: erano positivi 380 ragazzi e 63 docenti e non docenti». Quanto agli anziani, su 4.015 ospiti delle Cra, 30 sono positivi. La situazione è sotto controllo.
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