Archeologi e storici dell'arte di confrontano sugli acquedotti romano e farnesiano e sui canali un tempo visibili e oggi scomparsi
Acque e canali nella storia di Parma: è dedicata a questo tema, particolarmente importante per comprendere pure l’evoluzione del tessuto urbano della nostra città, la diretta in programma oggi, alle ore 18, sulla pagina Facebook della «Gazzetta di Parma».
A parlarne saranno archeologi e storici dell’arte di ArcheoVea Impresa Culturale: Francesco Garbasi e Filippo Fontana, ideatori del progetto «Parma Territorio d’acqua», insieme a Francesco Francesconi. Modererà l’incontro Sabrina Schianchi, responsabile marketing del nostro gruppo editoriale.
Gli interventi saranno focalizzati sulle vicende che riguardano l’acquedotto romano e farnesiano nonché dei canali che, nel corso dei secoli, hanno attraversato la città. Quello che oggi è un mondo sotterraneo, nel periodo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento era ancora parte integrante (e ben visibile) del tessuto urbano.
«A Parma il legame tra vita quotidiana, lavoro dell’uomo ed il bene primario rappresentato dall’acqua è sempre stato intenso» afferma Francesconi, storico dell’arte. «La città nasce vicino ad un torrente e lo stesso quartiere dell’Oltretorrente si sviluppa dopo l’ampliamento della rete di canali nella zona Ovest. Ma l’acqua - prosegue - ha avuto una certa importanza pure per il monastero di San Paolo, istituzione religiosa nonché interessante realtà produttiva, dal momento che aveva diversi dipendenti fra contadini e manovali. Partendo dalla gestione agricola delle acque, si arriva all’ampliamento del monastero stesso».
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