×
×
☰ MENU

«Ho cambiato auto: che odissea con Infomobility»

«Ho cambiato auto: che odissea con Infomobility»

17 Luglio 2020, 10:19

Tra le testimonianze dei cittadini contro lungaggini  e acrobazie burocratiche spesso incomprensibili, ecco il racconto di un lettore che in questi giorni ha cambiato auto. 
«Avendo necessità - spiega -- di accedere al mio garage nella zona Ztl ho scritto a Infomobility, visto che la procedura dalla stessa richiesta è via email, affinché provveda a modificare il permesso di accesso con i dati della mia nuova auto. Mi ha risposto letteralmente cosi: “Gentile, la sua richiesta è stata correttamente ricevuta, verrà presa in carico ed evasa dai nostri operatori in circa 10 giorni. Riceverà una comunicazione da parte nostra quanto prima possibile. Cordialmente”». 
Fin qui l'asettica cantilena di un risponditore automatico.
«Oltre a una tempistica del tutto inadeguata per un adempimento molto semplice, al punto che a mio avviso dovrebbe poterlo fare su un portale anche l’utente (in fondo è  come cambiare i dati personali su una qualsiasi piattaforma) pare che sarò tenuto anche a pagare un ulteriore balzello di 15 (?) euro per ritirare l’adesivo da attaccare obbligatoriamente al vetro dell’auto (nonostante abbia già pagato per quest’anno quanto richiestomi per avere accesso alla mia proprietà privata in zona Ztl)».
Insomma, fa notare il lettore, ci sarebbe molto da ridire sia sull'efficienza digitale che sui ai tempi di Infomobility «(e dunque del Comune) per adempiere a quei servizi ordinari che dovrebbero essere resi ai cittadini che, con le loro imposte e tasse, mantengono indirettamente anche quei signori che si celano dietro un risponditore automatico e che impiegheranno quantomeno 10 giorni per evadere una pratica che, in una qualsiasi azienda privata, sarebbe sbrigata in un’ora al massimo».
La speranza di chi racconta questa storia di ordinaria burocrazia è che «qualcuno si renda conto che al dovere del cittadino di pagare imposte e tasse corrisponde il dovere della pubblica amministrazione di assolvere con efficienza e tempestività i propri obblighi anche per restituire, se mi passa il termine, quanto ha ricevuto dal contribuente.  Consentire l’accesso alla proprietà privata è un dovere e non un potere discrezionale della pubblica amministrazione, che deve essere assolto con particolare riguardo anche agli interessi del cittadino. Basti pensare che, in attesa dell’agognato permesso, sono costretto a posteggiare l’auto nelle strisce blu e a pagare (guarda caso?) a Infomobility la relativa sosta». Una piccola questione, «ma  significativa della scarsa considerazione in cui viene tenuto il cittadino che invece dovrebbe essere guardato come un "socio" dalla pubblica amministrazione». 
In una società privata il socio rimuoverebbe un amministratore così lento, burocratico ed inefficiente, riflette il lettore,  «perché il mercato relegherebbe tale società ai margini della vita economica. Ciò non può accadere per le guarentigie che esistono nel rapporto di lavoro della pubblica amministrazione (non sarebbe ora di fare questa riforma epocale?) e allora, oltre ad invocare il senso di responsabilità in ciascun dipendente, è necessario che chi ha la responsabilità si faccia interprete, nel concreto, delle esigenze minimali dei suoi concittadini, assolvendo al proprio compito, come dovrebbe accadere in una comunità rispettosa dei ruoli». 

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI