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L'archivio di Giorgio Monaco finalmente ritorna «a casa»

L'archivio di Giorgio Monaco finalmente ritorna «a casa»

09 Ottobre 2020, 11:48

Ieri mattina, all’interno del Complesso monumentale della Pilotta, è stata consegnata alla collettività un’importante testimonianza sugli studi archeologici del Novecento. L’archivio di Giorgio Monaco, archeologo e già direttore del Museo nazionale di antichità di Parma dal 1937 al 1954, è stato donato dagli eredi che hanno «riportato a casa» una serie unica di attestazioni riguardanti l’attività di ricerca dell’illustre studioso.
Alla presenza del direttore Simone Verde e di Flavia Giberti, funzionaria archeologa, la figlia Anna Maria ha ufficializzato il lascito, con la sicurezza che questo inestimabile valore storico e culturale possa essere valorizzato come merita.
«Questa donazione è particolarmente significativa perché si inserisce in un momento di profonda ristrutturazione interna – commenta il direttore Verde –. Attraverso la razionalizzazione di tutti gli archivi del complesso, infatti, verrà resa più accessibile e comprensibile la travagliata storia di questo istituto». 
Recentemente, è stato dato il via a un grande cantiere che permetterà l’istituzione di due archivi che accorperanno lo sconfinato materiale custodito in Pilotta: uno, collocato nei locali sopra il vestibolo del teatro Farnese, sarà destinato alla consultazione interna da parte dei dipendenti; il secondo, invece, posto sotto gli uffici della direzione, permetterà a ricercatori di tutto il mondo di accedere alle testimonianze documentarie della storia del complesso e delle collezioni, uno strumento di fondamentale importanza per l’avanzamento degli studi archeologici, storico-artistici e non solo.
All’interno dell’archivio Monaco si trovano appunti, estratti di pubblicazioni e fotografie dell’attività svolta dall’allora direttore all’interno della provincia di Parma. Suggestivi sono gli scavi urbani degli anni ‘50 e le ricognizioni archeologiche sull’Appennino, testimonianze che ci trasportano nel mondo di un archeologo capace di unire passione e professionalità, che per amore della conoscenza investì tutte le proprie energie.
«Questa donazione arricchisce la nostra istituzione in una maniera speciale – sottolinea l'archeologa Giberti –, perché la vasta conoscenza del nostro patrimonio da parte di Monaco, che passa anche attraverso il suo lascito, ci dà la dimensione di uno studioso monumentale».
Infine, a salutare i presenti è Anna Maria Monaco, che con orgoglio e commozione ripercorre gli anni felici dell’attività del padre, quando, da giovanissimo, ottenne il prestigioso incarico di direzione qui a Parma.
«Amava moltissimo stare sul territorio, perché non era sufficiente rimanere in ufficio a studiare. Un’altra sua caratteristica – afferma – era cercare di coinvolgere molte persone, soprattutto quelle più umili, così da contribuire alla diffusione del sapere archeologico».
Dopo un sentito applauso il direttore ha posto la firma che ha concluso il passaggio dell’archivio, restituendoci un suggestivo tassello del nostro recente passato.
 

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