I prosciutti crudi - oltre 20 tonnellate - sono stati trovati all’interno di celle frigo non funzionanti e pertanto in cattivo stato di conservazione. Non solo: mancavano le autorizzazioni amministrative e sanitarie per lo svolgimento dell’attività di lavorazione di prodotti a base di carne in quello stabilimento, l’apposizione fraudolenta sul prodotto finito del bollo CE della medesima azienda ma riconducibile ad un altro stabilimento autorizzato - sempre nel reggiano - e attualmente in disuso, le condizioni igienico sanitarie e strutturali dei locali non erano adeguate all’attività esercitata per la presenza di sporco diffuso e inadeguatezza strutturale degli spogliatoi.
Verificato questo, i Carabinieri del Nas di Parma, insieme a personale del servizio veterinario dell’Azienda Usl di Reggio Emilia hanno denunciato alla Procura della Repubblica il legale rappresentante dell’azienda, un 35enne residente a Reggio Emilia, ritenuto responsabile del reato di frode in commercio e sono stati posti sotto sequestro penale probatorio 15.800 kg circa di prosciutti crudi in lavorazione, già disossati rinvenuti all’interno delle celle frigo non funzionanti. Sono stati inoltre sottoposti a sequestro preventivo il macello, nella Val d'Enza reggiana, e ulteriori 8mila kg di prosciutti crudi in osso trovati all’interno dei locali dell’attività in attesa di essere lavorati, e per i quali non è prescritta la refrigerazione. Oltre alla denuncia il legale rappresentante è stato anche sanzionato per le violazioni amministrative rilevate. I Carabinieri del N.A.S. unitamente all’Ausl. hanno anche avviato la procedura R.A.S.F.F. (Rapid Alert Sistem Food and Feed), per i prosciutti già commercializzati.
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata