Ha girato parecchio nella scorsa settimana una frase e una notizia che segnalava come il governo tedesco sconsigliasse ai suoi cittadini di fare vacanze in Italia e dunque, come Italiani ci potessimo rivalere sui tedeschi boicottando i loro prodotti, riconoscibili tramite codice a barre: prime tre cifre che vanno dal 400 al 439.
Andando un po’ a studiare l’origine di questa notizia si scopre che in realtà dire che la Germania al giorno d’oggi sconsigli i viaggi e le vacanze in Italia è un po’ una forzatura. Tutto appare nato da una dichiarazione del ministro degli Esteri tedesco che, semplicemente fotografando la realtà attuale, dice che le condizioni per andare in Italia e Spagna saranno da verificare più avanti, dal momento che in Italia e Spagna vigono ancora molte limitazioni (e come dargli torto, basti pensare al nostro isolamento regionale interno). La Germania, sempre per voce del suo ministro, auspica che la mobilità fra paesi venga regolamentata da decisioni comuni a livello europeo, e non da accordi tra le singole nazioni.
Quanto al boicottaggio suggerito, attraverso i codici a barre, una certa efficacia la può avere, ma non completa, dal momento che le prime 3 cifre di un codice a barre identificano il paese di commercializzazione di un prodotto, che non è necessariamente quello di produzione. Possiamo quindi trovarci in mano un prodotto tedesco anche con codice a barre francese, o viceversa possiamo boicottare un prodotto codificato come tedesco, ma che in realtà è stato fatto in Italia.
Al momento dunque pare che i tedeschi (che almeno per le vacanza l’Italia hanno sempre dimostrato di gradirla) stiano alla finestra per capire come evolverà la situazione, come del resto stiamo facendo un po’ anche noi, in attesa di capire dove e come prenotare le ferie.
SEMAFORO ARANCIONE
Antonio Rinaldi
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