Per la seconda volta in questa pandemia una bufala «viaggia in treno»; di fake news d’altronde ormai ce ne sono per tutti i gusti, e su tutti i temi.
Nelle primi fasi dell’epidemia era circolata l’immagine di un treno merci che trasportava cisterne sulle quali esternamente era stata «appiccicata» la scritta «Covid 19» e quello aveva rinforzato la teoria che il virus fosse stato prodotto e disseminato in tutto il mondo.
Ora, negli ultimi giorni di maggio, è comparso a Milano un treno costituito da convogli bianchi, chiaramente legato al mondo ospedaliero e sanitario (per i simboli riportati sull’esterno delle carrozze). La notizia, con foto, di questa presenza inconsueta è stata data da un articolo di Adn Kronos insieme alla spiegazione di quello che realmente è quel mezzo. Ma per chi vuole sempre vedere oltre, questo si è subito trasformato in un treno per deportare malati. E in aiuto alla teoria è venuto un ritocco dell’immagine originale (per la verità piuttosto malriuscito e ridicolo) che ha fatto comparire nella parte alta della carrozza la scritta «Covid-19 piano di deportazione».
Questa volta, vuoi per la situazione sanitaria in miglioramento, vuoi per l’enormità della castroneria scritta, è probabile che la presa sull’opinione pubblica sia stata modesta, ma non guasta sottolineare che non c’è nessun piano deportazione in atto o nel cassetto. Il convoglio in questione, attrezzato a Voghera e ora dislocato a Milano è stato allestito per trasportare attrezzature e anche malati (21 posti letto in tre vagoni, tutti equipaggiabili con strumentazioni di vario livello, fino alla terapia intensiva); in pratica servirebbe per alleggerire i momenti di massimo stress delle strutture sanitarie, grazie alla facilità di spostamento di malati e attrezzature; ma si spera che per un bel po’ non ce ne sia più bisogno più.
SEMAFORO ROSSO
ANTONIO RINALDI
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