Piera Terenziani è stata una vera e propria istituzione del Montanara. Storica assistente sociale, mosse i primi passi alla fine degli anni Sessanta, diventando un punto di riferimento per tutti gli abitanti del quartiere. Se ne è andata nei giorni scorsi dopo aver combattuto a testa alta contro una grave malattia. Tra i fondatori della sezione locale dell’Aima (Associazione italiana malattia di Alzheimer), dal momento della pensione vi si è dedicata anima e corpo.
I colleghi la ricordano commossi. «Mi ha sempre aiutato tantissimo - ricorda Pietro Stefanini, collega assistente sociale nel Montanara - possedeva un'incredibile conoscenza del quartiere e aveva un ottimo rapporto con tutte le realtà presenti nella zona. Tutti la stimavano».
Alla fine degli anni Sessanta l’Istituto nazionale case popolari aveva previsto la presenza di un’assistente sociale nella zona del Montanara, per favorire la socializzazione delle persone e comprenderne i bisogni. «I primi anni aveva il suo ufficio in via Sbravati - spiega Stefanini - a quei tempi il Montanara era un quartiere di forte immigrazione. Ho conosciuto Piera nel 1975 quando iniziai anch'io a lavorare come assistente sociale, occupandomi di disabili». Trasferita negli spazi dell’ex Vittorio Emanuele di via Raimondi (dove erano stati concentrati i servizi dell’ex centro spastici e i primi servizi sociali del Comune per gli anziani), Piera Terenziani si occupava dell' attivazione dell’assistenza domiciliare. «La ricordo sempre molto presa – aggiunge Stefanini - aveva un rapporto molto bello con il comitato anziani e il consiglio di quartiere. Era una persona speciale». Parole ribadite dalla collega e amica Ernestina Pettenati: «Ho iniziato a lavorare al fianco di Piera al centro sociale di via Sbravati alla fine del 1971. Sono stata fortunata ad avere al mio fianco una collega del genere. Si è dedicata con tutta se stessa al Montanara, ascoltando i bisogni della gente e facendo da filtro nei confronti di tutti i servizi sociali. Ha visto crescere i servizi, il centro diurno, l’assistenza domiciliare agli anziani. Anche quando è andata in pensione si è prodigata come volontaria all’Aima».
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