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In carcere nasce un'oasi di socialità «Il giardino per ricominciare»  

In carcere nasce un'oasi di socialità «Il giardino per ricominciare»  

di Giovanna Pavesi

29 Ottobre 2021, 09:18

Una storia a lieto fine, fatta di otto gazebo, dei tavoli, un’area verde e qualche gioco. Potrebbe essere ovunque, ma sorge dietro le mura del penitenziario della città, in via Burla, e si chiama «Il giardino per ricominciare». 
È uno spazio all’aperto dedicato agli incontri tra detenuti e famiglie, che ambisce a restituire un frammento di normalità soprattutto ai bambini che visitano i familiari durante il loro percorso detentivo. Frutto dell’edizione 2018 di Parma Facciamo Squadra (il cui slogan era «Affinché l’essere bambini non sia mai un peso»), è stato inaugurato nei giorni scorsi.. E se il carcere rappresenta (più spesso) dolore e sofferenza, per il direttore dell’Istituto penitenziario, Valerio Pappalardo, quest’area può «contribuire a migliorare la qualità della vita detentiva ordinaria. Questo luogo contribuisce a edulcorare l’ambiente, perché anche se esiste un debito con la giustizia, la pena deve essere scontata nel massimo rispetto della dignità, del decoro e dell’umanità per dare ancora un senso a quell’esistenza». 


Emilia Zaccomer, presidente dell’associazione Per ricominciare, ha definito quella di ieri «una tappa importante»: «Al centro va sempre posta la famiglia, che va tenuta unita. Chiediamo alla città, che ha cuore, di starci vicino, e in particolare ci rivolgiamo alle autorità civili». Il progetto, realizzato grazie alle associazioni, alla generosità dei cittadini e di Barilla, Chiesi, Conad Centro Nord e Fondazione Cariparma, è stato coordinato dal Csv Emilia.
 «Ogni euro donato dalla cittadinanza ha avuto un effetto moltiplicatore», ha detto Maria Laura Bianchi, vice presidente di Fondazione Cariparma, sottolineando la necessità di fornire «un ambiente sereno» per i più piccoli, nel raggiungere i parenti in carcere. «Il nostro compito è quello di fare rete e metterci insieme, coinvolgendo la cittadinanza per costruire nuove direzioni» ha spiegato Elena Dondi, presidente di Csv Emilia. «L’articolo 27 della Costituzione ricorda come la pena abbia un valore rieducativo – ha detto Maria Clotilde Faro, responsabile dell’area educativa -. Abbiamo bisogno di dare un senso alla pena dei detenuti». E a dimostrazione dell’esigenza di un luogo «altro» all’interno delle mura carcerarie per le famiglie, ci sono alcuni disegni appesi: rappresentano i genitori o dei nuclei familiari qualsiasi, senza barriere o differenze. 


All’inaugurazione, introdotta da Clelia Bergonzani, era presente anche Veronica Corchia, di Conad Centro Nord, che ha descritto il giardino come «un’opera di sensibilizzazione importante» «Si potrebbe dire che Parma facciamo squadra diventa Parma facciamo comunità – ha concluso Giorgio Delsante, di Munus Fondazione di Comunità -. Oltre ad aver vissuto una buona infanzia, il bisogno più grande, per tutti, è avere buone relazioni, efficaci e durature. Noi vigiliamo su questo, con il desiderio di continuare a costruire una comunità accogliente». 
 
 

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