di Simone Del Latte
«I can’t breathe»: «non riesco a respirare». E’ questo lo slogan che martedì pomeriggio ha unito centinaia di manifestanti, ritrovatesi in piazza Garibaldi per protestare contro l’uccisione del cittadino afroamericano George Floyd.
Tanti i giovani che hanno risposto all’appello lanciato da decine di associazioni cittadine per dire «no» al razzismo. Mascherine al volto, cartelli alla mano, tutti hanno ascoltato con passione gli interventi degli organizzatori del presidio.
Si spengono i microfoni, cala il silenzio e arriva il momento che tutti aspettavano. Ginocchio a terra e pugno destro in alto per otto minuti: il tempo che è costato la vita a George Floyd. Nessuno si sottrae a quel gesto diventato di commemorazione e insieme di protesta.
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