×
×
☰ MENU

polizia

Prima le risse, poi l'accordo sulla spartizione del mercato della droga: 11 misure cautelari. Due gli irreperibili

16 Febbraio 2022, 12:19

Sei accompagnati in carcere, tre con il divieto di dimora nella provincia di Parma e due ancora irreperibili.

E' questo l'esito dell'operazione effettuata ieri dal personale della Squadra Mobile di Parma con l’ausilio del personale delle Questure di Reggio Emilia, Padova, Bergamo e Cremona, dando esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misura cautelare disposta dal GIP di Parma su richiesta della Procura. Le undici persone coinvolte sono accusate di aver creato una vasta e capillare attività di spaccio di sostanze stupefacenti in città, di fatto spartendosi due zone: il parco Falcone e Borsellino ed il parco Ducale.

Con due ancora irreperibili - un gambiano e un ngeriano -, la misura è stata eseguita a carico di nove nigeriani:

1) EROMOSELE Jude, detto Ebo, classe 1990;

2) OKOROMI Blessing, classe 1992;

3) EGONDI Maxwell Jude, classe 1988;

4) LIVINGSTONE Elvis, classe 1989;

5) OSOIKHIA Emmanuel, classe 1987;

6) IBHAWOH Osas, detto Iroko, classe 1996;

7) AKHERE Christian, classe 1999;

8) OKOJIE Marculey, classe 1998;

9) OMONDIAGBE IBHAZOBE Kelvin detto Olamede, classe 1996.

I primi sei sono stati portati nelle carceri di Parma, Padova e Bergamo, mentre ai restanti tre è stato notificato il divieto di dimora nella provincia di Parma.

L’attività investigativa condotta dallaSquadra Mobile e coordinata dalla Procura è partita dagli accertamenti effettuati in relazione ad una serie di risse ed aggressioni che avevano come protagonisti cittadini nigeriani nell’autunno del 2020.

In particolare, nella tarda serata del 2 settembre 2020 nei pressi di un Africa market sito di via Zarotto, un uomo nigeriano è stato aggredito da quattro connazionali e solo l’intervento dei titolari del negozio – che hanno messo in fuga gli aggressori – ha permesso alla vittima di mettersi in salvo.

Gli accertamenti hanno consentito di identificare i quattro presunti aggressori e di acquisire elementi per ritenere che l’episodio e le ulteriori risse registrate negli stessi giorni in altre parti della città, tra cui il parco “Falcone e Borsellino”, fossero da ricondurre ad un conflitto insorto tra persone coinvolte nell’ambito dello spaccio al minuto di sostanze stupefacenti.

Sulla scorta di queste prime risultanze investigative, sono state autorizzate le intercettazione telefonica delle utenze in uso ai quattro presunti aggressori e, sin dai primi giorni, è stato confermato il loro coinvolgimento nell’attività di spaccio.

E in particolare all’interno del parco Falcone e Borsellino , grazie alla vastità dell’area ed alla presenza di numerose possibili vie di fuga.

L’estensione dell’attività di intercettazione telefonica ha, poi, consentito di identificare altri soggetti, oggi indagati per il reato di spaccio, che a differenza dei primi avevano come base il parco Ducale e le vie limitrofe.

Gli elementi a mano a mano acquisiti hanno permesso di ricostruire che l'attività di alcuni di loro si svolgeva da oltre due anni e con oltre 1500 cessioni di sostanza stupefacente, garantendo ai propri “clienti” un approvvigionamento continuo di cocaina, eroina, hashish o marjuana.

Non sono emersi contatti o interazioni tra i presunti venditori, il che sembra dimostrare che dopo le risse di settembre 2020 si fosse arrivati a una sorta di accordo sulla ripartizione del territorio.

Sono emersi invece dei punti di contatto tra gli indagati ritenuti spacciatori “al minuto”, rappresentati da coloro che appaiono essere i fornitori di hashish.

E' stato possibile documentare l’arrivo a Parma di oltre 20 kg. di hashish attraverso viaggi esclusivamente a bordo di treni regionali con l’ausilio di altre persone con specifici ruoli: alcune donne (evidentemente ritenute meno soggette ai controlli di polizia), si sarebbero occupate del trasporto dello stupefacente; alcuni uomini si sarebbero occupati di presidiare le stazioni prima dell’arrivo del fornitore e della donna, evidentemente per verificare l’eventuale presenza delle forze di polizia.

L’attività investigativa ha condotto altresì alla identificazione di due persone che avrebbero avuto il ruolo di “grossisti” dello stupefacente, entrambi domiciliati nella provincia di Bergamo a cui i “fornitori locali” si sarebbero rivolti con una frequenza settimanale per i propri approvvigionamenti di hashish, al pari di altre persone provenienti da varie province del Nord Italia.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, è stata data esecuzione anche a decreti di perquisizione locale e personale emessi dalla Procura non solo nei confronti dei destinatari di misura ma anche di ulteriori sette nigeriani, indagati a piede libero per i medesimi reati.

Si tratta di persone per le quali il GIP, pur riconoscendo la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, ha ritenuto non sussistenti, e comunque non attuali, le esigenze cautelari, o perché si tratta di donne (Ejebaobhio Gift ed Omorodion Sarah) con un ruolo delinquenzialmente subordinato a quello dei rispettivi compagni (E. J. classe 1984 ed Osoikhia Emmanuel) o perché nel frattempo già raggiunte da altra misura custodiale che, secondo il GIP, ne avrebbe attenuato il rischio di recidiva (I. T. classe 1995, E. J. classe 1984, O. J classe 1986, O. P. O. classe 1995).

Le perquisizioni hanno portato al sequestro dei telefoni cellulari ma anche somme di denaro per complessivi 13.330 euro in contanti.

 

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI