il caso

Stazione: scale mobili tornate in servizio, gli ascensori no. Lega Nord: "Superficialità del Comune: ricambi introvabili"

Alla stazione ferroviaria la situazione segnalata martedì dalla Gazzetta (leggi) è leggermente migliorata: nel pomeriggio di ieri le scale mobili (quelle che portano dal livello -1 al -2 e viceversa) sono tornate a funzionare. Non sono ancora stati riattivati, invece, i due ascensori che collegano il sottopassaggio principale ai marciapiedi dei binari dal 2 al 5. Alle scritte «Ascensori fuori servizio. Ripristino stimato entro il 19/04/2022» è stata corretta la data: adesso c’è scritto 30 aprile. Ancora per dieci giorni, quindi, non è garantito il loro rientro in funzione. E, di conseguenza, si continueranno a vedere persone che portano sollevate le biciclette lungo le scale (fisse, non mobili). Ancora disagi, quindi, anche per le persone disabili, per chi ha bagagli pesanti e per chi ha difficoltà a salire e scendere le scale. 

Sulla questione sono intervenuti anche i consiglieri regionali del Gruppo Lega Emilia-Romagna, Emiliano Occhi e Fabio Rainieri, vicepresidente dell’Assemblea legislativa regionale, che hanno presentato anche una nuova interrogazione proprio sul caso dell’ascensore per l’accesso ai binari 2 e 3 della stazione di Parma: “Il problema degli ascensori e delle scale mobili della stazione di Parma è che sono fuori standard per cui è difficile reperirne i ricambi sul mercato. L’unica soluzione sarebbe quella di sostituirli una volta per tutte con mezzi più efficienti e più facili da riparare in tempi adeguati. L’Assessore regionale ai trasporti, nella risposta scritta alla nostra interrogazione di due mesi fa sul vergognoso caso della disabile che attraversò i binari trasportata a forza sulla sua carrozzina, ha dichiarato che si tratta di impianti di produzione non diffusa (se non rara), nell’ambito dell’esercizio pubblico, anche sotto l’aspetto prestazionale. C’è stato pertanto un errore ab origine nell’installazione di impianti inadatti da parte della STU stazione che è una partecipata del Comune di Parma e l’ha consegnata nel maggio del 2014. Probabilmente lo commisero per risparmiare, non riuscendoci nemmeno se si pensa che nel solo periodo 2020-2021 la manutenzione degli stessi è costata 280.000 euro. La consueta superficialità minimalista che ha caratterizzato 10 anni di amministrazioni di Pizzarotti è quindi anche questa volta ricaduta sui parmigiani e su tutti i viaggiatori, disabili o no, che di quegli impianti avrebbero necessità”.