Progetto
Primo giorno di «scuola» ieri per i 10 neolaureati dell’Università di Parma che sono stati selezionati sulle oltre 30 candidature arrivate per partecipare a «Transition Farm», il progetto pilota ideato dall’Associazione «Parma, io ci sto!» con l’Università di Parma e Nativa, il supporto di Cisita Parma, Unione Parmense degli Industriali e Gruppo Imprese Artigiane. Si tratta di 10 neolaureati provenienti da percorsi di laurea diversi. Si va da Scienze e Tecnologie Alimentari a Chimica, da Biotecnologie a Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive, da Sistema Alimentare: Sostenibilità, Management e Tecnologie a Scienze Gastronomiche, da Trade e Consumer Marketing a Ingegneria Meccanica e Gestionale fino ad Economia e Management. L’obiettivo principale è quello di coniugare la necessità di formare giovani neolaureati rendendoli protagonisti della transizione ecologica/energetica/digitale, con quella di mettere a disposizione queste competenze anche delle Pmi.
In occasione dell’avvio del progetto pilota, i neolaureati hanno incontrato i referenti delle 10 aziende che hanno aderito: Colser (multiservizi nel settore del cleaning, logistica e manutenzione); Cosmoproject (ideazione, progettazione e produzione di formule innovative nell’ambito dello skin care, del make-up e dei medical device); De Simoni (fornitura di servizi per la comunicazione multimediale); Disosso San Carlo (disossatura prosciutti); Free Edit (documentazione tecnica e consulenza marcatura CE); GlaxoSmithKline Manufacturing (industria farmaceutica); Koppel (installazione, manutenzione e modernizzazione di ascensori); Laumas (componenti per la pesatura industriale), Tropical Food Machinery (impiantistica per la lavorazione industriale di frutta tropicale e da climi temperati) e Gruppo Zatti (operatori nella commercializzazione automobilistica).
«Transition Farm - dichiara Alessandro Chiesi, presidente di “Parma, io ci sto!” - è il primo esempio di #dieci che comincia a tradursi in realtà concreta grazie alla stretta collaborazione con l’Università di Parma e la partecipazione attiva delle aziende. È un progetto che intercetta in maniera costruttiva alcuni bisogni primari come quello di un orientamento professionalizzante in grado di rispondere all’esigenza di uno sviluppo economico sostenibile del territorio. Il mio ringraziamento va ad Egidio Amoretti, presidente del nostro Collegio dei revisori, che ha portato avanti con entusiasmo e competenza la progettazione e l’avvio del progetto pilota».
«Sulla sostenibilità l’Ateneo ha puntato moltissimo, con una decisa accelerazione rispetto agli anni precedenti», spiega la prorettrice alla Didattica e servizi agli studenti dell’Università di Parma Sara Rainieri. Afferma Eric Ezechieli, co-founder di Nativa: «Transition Farm risponde all'esigenza emersa dalle PMI e dalle nuove generazioni di confrontarsi con le sfide ambientali e sociali». «Questa iniziativa – dice Alberto Sacchini, direttore di Cisita Parma – ha almeno tre elementi di grande valore: i suoi beneficiari diretti, la rilevanza del tema e la modalità tramite la quale lo si sta realizzando».
«Sempre più determinante per il futuro delle imprese, quindi anche del nostro tessuto industriale, è il tema delle competenze - commenta Annalisa Sassi, Presidente Unione Parmense degli Industriali -. In questo senso il progetto Transition Farm può sostenere le aziende nel processo di transizione verso la sostenibilità in linea con le esigenze dei mercati e gli stimoli del Pnrr, portando al loro interno nuovi strumenti per affrontare le sfide future e attraendo giovani talenti sul nostro territorio».
«Transition Farm – conclude Giuseppe Iotti, Presidente Gruppo Imprese Artigiane - è un progetto impegnativo, ma importante, anche per alcune aziende del Gruppo Imprese Artigiane, che accoglieranno neolaureati da inserire in un percorso di transizione ambientale, energetica e digitale. Ringrazio in modo particolare il presidente del nostro Gruppo Giovani Luca Sfulcini».
r.c.
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