VERSO IL BALLOTTAGGIO
Guerra-Vignali, infuria la polemica su debiti ed "eredità" del 2011
Si accende la polemica fra i due schieramenti guidati da Michele Guerra e Pietro Vignali, in vista del ballottaggio di domenica prossima.
Vignali (civico sostenuto dal centrodestra) ha parlato di "macchina del fango" e si dice pronto a querelare chi richiama il passato a suo giudizio in modo non corretto (guarda il video). Il sindaco uscente Federico Pizzarotti commenta: "Vignali è rimasto con le lancette del tempo a 11 anni fa", mentre il candidato del centrosinistra Michele Guerra sottolinea che "le enormi difficoltà del 2011 non erano un'invenzione".
E la polemica prosegue a colpi di comunicati stampa.
Arturo Dallatana, candidato consigliere della lista Vignali Sindaco, ribatte a Guerra e Pizzarotti: "Pizzarotti nel suo scomposto attacco a Pietro Vignali, dimostra di non sapere nemmeno che il Comune di Parma fu già commissariato nel 1994, dal commissario straordinario Annamaria Cancellieri, che arrivò dopo lo scioglimento della giunta del sindaco Lavagetto".
Secondo il Partito Democratico, “la verità sul debito di Vignali è che è stato pagato dai parmigiani”.
“Ci piacerebbe poter parlare del futuro della città - è l'intervento del Pd di Parma - e non delle sventure del passato raccontate in modo parziale da Vignali. Il quale, casualmente, dimentica le parole pronunciate dall’assessore Gino Capelli nella “famosa” relazione a proposito del passato: “Abbiamo fatto il passo più lungo della gamba e ora dobbiamo rimediare senza sconti, o scorciatoie” annunciando l’aumento delle tasse e la riduzione della spesa corrente per far fronte alla situazione. Situazione derivante da scelte che lo stesso Capelli “ritiene sciagurate per come effettivamente implementate” in base alle quali il Comune di Parma “vanta una moltitudine di partecipazioni in società partecipate” della cui pessima salute il candidato Vignali e suoi alleati guarda caso dimenticano sempre di parlare. Va poi ricordato che, dopo la giunta Vignali, Spip Spa era sull'orlo del fallimento (giunto pochi mesi dopo la relazione). Che Parma Infrastrutture, proprietaria di tutto il patrimonio comunale, tra cui le strade, il verde pubblico e tutto ciò di cui i cittadini si sono lamentati in questi anni, era anch'essa in uno stato di precarietà economica al limite della procedura concorsuale fortunatamente scongiurata. Che i debiti di STT sono stati pagati vendendo le azioni Iren e altre società partecipate sono finite in procedimenti di liquidazione. Pertanto è fuorviante parlare di indebitamento netto o lordo, perché ciò che conta è che durante l’amministrazione Vignali si è messa a rischio buona parte del patrimonio comunale. Il debito - conclude il PD di Parma - come abbiamo sempre detto è stato pagato dai cittadini di Parma”.
La lista Vignali Sindaco ribatte:
"Come un disco rotto, da 10 anni Pizzarotti tira a campare politicamente raccontando una bugia che finalmente si sta smontando. Il Comune di Parma nel 2012 non era a rischio dissesto, le casse non erano vuote, ma c’erano 55 milioni di attivo, incrementati dai 70 milioni in arrivo dopo la rinuncia di Vignali a fare la Metropolitana. L’indebitamento pro capite era sotto la media nazionale e c’erano ben 56 comuni, di cui molti amministrati dal Centrosinistra, in cui era superiore. Pizzarotti non ha fatto nulla per 10 anni, non perché non c’erano i soldi per farlo, ma perché lui e la sua giunta non sono stati in grado di produrre un solo progetto, un solo investimento, un solo servizio innovativo".
L'ex vice-sindaco Paolo Buzzi puntualizza poi:
"E’ triste che Michele Guerra, che fino a qualche giorno fa aveva contribuito a mantenere il dibattito politico su programmi e proposte, abbia deciso di scendere sul piano delle falsificazioni e degli attacchi personali a Pietro Vignali, che fino a
qualche giorno fa erano state prerogativa di alcuni dei suoi sostenitori più invasati. E’ il sintomo di un crescente nervosismo: evidentemente capisce che qualcosa sta cambiando rispetto al primo turno".
"E’ surreale che vengano attribuite a Vignali criticità nel bilancio del Comune di Parma per tanti motivi. Perché le uniche situazioni difficili riguardavano proprio le società partecipate create e con cantieri già avviati prima che Vignali diventasse sindaco. Perché con Vignali l’indebitamento bancario per spesa corrente è passato da 151 a 165 milioni, crescendo di soli 13 milioni a fronte di quasi 300 milioni di investimenti per la città. Perché l’indebitamento per cittadino, quando Vignali ha lasciato, era tra i più bassi d’Italia: 883 euro per abitante, sotto la media nazionale che era 1.235, come certificato da Sole 24 Ore e CGA di Mestre. Perché la più grossa operazione di riduzione del debito in risposta alla crisi del 2008, l’ha fatta Vignali con la rinuncia alla metropolitana che ha avuto un saldo positivo di oltre 200 milioni di euro: 96 per lo spegnimento del mutuo contratto dal Comune per l’opera, 37 per il mancato acquisto del materiale rotabile che sarebbe stato in carico al
Comune, 71 ottenuti dal Governo in cambio della rinuncia all’opera. Cosa che Pizzarotti e Guerra sanno bene visto che hanno finito di spendere i 71 milioni solo pochi giorni fa, anche per ordinaria amministrazione".