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Marore

Castellazzo, 50 anni di un circolo che punta sulle nuove generazioni

Alla festa erano presenti tutte le autorità civili e militari. La presidente Pulvirenti: «Il nostro scopo? Convivenza e amicizia fra i soci»

Castellazzo, 50 anni di un  circolo che punta sulle nuove generazioni

di Vittorio Rotolo

08 Settembre 2022, 10:14

Cinquant’anni. Una vita. Un pezzo di storia della nostra città che guarda al futuro ma tiene ben salde e custodite la memoria e le proprie origini, perpetuando nel tempo il «sogno visionario» dei soci fondatori. È il circolo del Castellazzo che, nella splendida cornice di Marore, ha celebrato domenica sera la speciale ricorrenza.
All’appuntamento erano presenti in tanti, a cominciare dalle autorità: il prefetto di Parma Antonio Garufi, il sindaco Michele Guerra, il comandante provinciale dei carabinieri Pasqualino Toscani, accolti dai soci, dal consiglio direttivo e dalla presidente Giusi Pulvirenti, che da qualche mese ha assunto la guida del Castellazzo.

Ogni dettaglio della serata è stato curato nei minimi particolari: quattro cavalli dell’Arma dei carabinieri con i militari in alta uniforme, la cena a bordo piscina, la buona musica di sottofondo, un generale senso di aggregazione ampiamente percepito e che dovrà costituire il «faro» per i prossimi anni. «Non dobbiamo infatti dimenticare lo scopo del nostro circolo, al di là della diffusione dello sport agonistico e ricreativo, che è quello di suscitare e alimentare vincoli di convivenza e di amicizia fra i soci» ha osservato Pulvirenti. «La nostra realtà - ha quindi aggiunto - non può essere avulsa dal contesto territoriale. Oltre il recinto di questo circolo c’è il mondo: apertura, educazione, spirito aggregativo e rispetto reciproco costituiscono i valori che dobbiamo quotidianamente testimoniare». Parole condivise anche da Roberto Manara, socio fondatore del Castellazzo, premiato in occasione di questo cinquantesimo anniversario. «Il miglior augurio che posso fare al circolo, per il futuro, è che si possa ritrovare quel sentimento che accomunò noi fondatori: la voglia di stare insieme, di condividere momenti di vita» ha detto Manara. Che ha poi ricordato come si diede avvio a quella avventura. «All’epoca, a Parma, c’erano pochissimi campi da tennis: per giocare eravamo costretti a spostarci a Reggio Emilia, nelle ore serali. Insieme a un gruppo di amici, io ero il più giovane di tutti, decidemmo di cercare un posto dove poter realizzare queste strutture. Con un colpo di fortuna, dopo diversi tentativi, trovammo questo posto. Vederlo crescere ed evolversi, il Castellazzo - ha concluso Manara -, è stata un’emozione continua».

Il Castellazzo conta oggi oltre 880 soci. «Ma se consideriamo i familiari, attorno ad una struttura che negli anni si è ampliata in termini di servizi offerti, gravitano qualcosa come 2.500 persone» annota Pulvirenti. «Siamo, e lo dico con orgoglio, uno dei circoli più belli dell’intero panorama nazionale». La proposta sportiva del Castellazzo è ampia: tennis, equitazione, piscina e palestra. «Crediamo che attraverso la formazione sportiva dei giovani - dice ancora la presidente del circolo - si possano insegnare quei valori che faranno concretamente la differenza nelle generazioni di domani. Lo sport è un gioco ma non è solo un gioco, in quanto aiuta a riscoprire e a diffondere valori come il rispetto delle regole, l’etica della disciplina, il sacrificio e la dedizione. Cinquant’anni fa, i soci fondatori del Castellazzo seppero mettersi in gioco: un insegnamento che va tramandato».

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