Effetto shoefiti
Shoefiti, in via Mordacci rimuovono le scarpe.
L'inchiesta sulle scarpe volanti di Parma, pubblicata qualche giorno fa dal nostro giornale, ha fatto emergere un fenomeno sempre più diffuso. Non solo in città - dove nei giorni scorsi le calzature appese ai cavi dell'alta tensione sono apparse in zona San Leonardo -, ma anche in provincia a San Michele Tiorre, nel Comune di Felino.
«Shoefiti», neologismo che è un mix tra scarpa in inglese e graffiti, oltre ai significati goliardici o sportivi (come accade in Nuova Zelanda), qui evoca la cronaca nera. Sembra, infatti, per quanto bizzarro, un segnale che ricorda che nelle vicinanze si spaccia oppure che quella è una zona «buona» per i furti. Non dappertutto, però.
In via Mordacci e dintorni, ad esempio, le scarpe appese ai fili rappresentavano qualcos'altro. Ma, nonostante questo, i residenti si sono affrettati a ripulire la pista di pattinaggio del parco Testoni dalle numerose paia di scarpe che dondolavano appese ai cavi abbandonati. Per evitare che potessero essere interpretate come un segnale sbagliato.
Hanno, infatti, spiegato che quelle calzature appese avevano piuttosto a che fare con il vintage e non con la criminalità. In quel punto della Crocetta erano comparse sull'onda di una moda giovanile, tipo i lucchetti di Ponte Milvio a Roma. Ma le scarpe sui fili elettrici sono giunte al grande pubblico anche attraverso il cinema grazie a registi come Tim Burton o Giuseppe Tornatore.
«Al Testoni ormai facevano parte dell'arredamento» aggiungono, forse con un pizzico di amarezza, alcuni residenti. Ma se tutto questo manda un segnale sbagliato, «abbiamo voluto toglierle per affermare proprio il contrario». A questo proposito ricordano che da tempo nel quartiere loro sono «in rete» per controllare quello che succede con segnalazioni costanti. Puntualizzano anche che qui c'è una coppia di residenti che da anni pulisce, quotidianamente e gratuitamente, le strade del quartiere. Insomma, dopo essersi armati di scale e forbici, «togliere quelle scarpe è stato un modo per ribadire che noi vigiliamo sul nostro quartiere». Insieme a questo, però, attendono anche «con urgenza la radicale riqualificazione di questo parco che così com'è manda, proprio come lo “shoefiti”, un segnale sbagliato».
M.Cep.
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