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Botteghino, l'automobilista è in stato di fermo per omicidio stradale

Il 51enne è stato trasferito dalla Polizia stradale nella sua abitazione

Botteghino, l'uomo che ha investito e ucciso il netturbino era ubriaco

Il luogo della tragedia di Botteghino

di Luca Pelagatti

09 Gennaio 2023, 18:34

Ieri mattina, in via Traversetolo, al Botteghino, è arrivata una pattuglia della polizia stradale. «Siamo qui per acquisire i video delle telecamere di sorveglianza puntate verso la strada», hanno spiegato gli agenti al titolare della pizzeria davanti alla quale, l'altra mattina è morto Mohamed Choukry ucciso da una utilitaria fuori controllo.
Alla stessa ora, in Oltretorrente, i figli di Mohamed, i familiari e la gente arrivata da tutto il quartiere e non solo, hanno alzato tutti insieme una tazza di tè. Per ricordare il padre, l'uomo. L'amico.

«Da 24 ore la porta del nostro appartamento è sempre stata aperta, ad ogni momento qualcuno ha voluto manifestarci il suo affetto, la sua vicinanza – raccontano i figli con la pacatezza di chi prova a tenere a bada le lacrime. Anche se è molto difficile.
«Anche persone che non conosciamo ci hanno contattato per farci le proprie condoglianze – proseguono alternandosi nel racconto di queste ore che li hanno travolti come una esplosione -. Ci ha chiamato il sindaco Guerra, ci hanno contattato dalla azienda di San Polo dove nostro padre ha lavorato per tanti anni e ovviamente dalla cooperativa dove era impiegato da qualche tempo E poi le persone della comunità marocchina così come i vicini di casa italiani: il calore e la solidarietà li abbiamo sentiti intensamente». E anche se non basta, anche se non può fare tornare indietro il tempo, anche questo aiuta.

Nello stesso modo in cui non potrà ridare la vita a Mohamed Choukry il lavoro senza sosta degli uomini della Stradale chiamati a chiarire, in ogni minimo dettaglio, quanto accaduto sabato mattina alle 6 e 20 quando l'utilitaria guidata da un parmigiano 51 enne, ottenebrato dopo una notte alcolica, ha centrato in pieno il compattatore sul quale stava lavorando Choukry. Sbalzando il suo corpo a diversi metri di distanza. Ed è stato un urto di quelli che non perdonano. 
Gli operatori del 118, ovviamente, hanno provato un disperato tentativo di rianimare l'uomo, dipendente della cooperativa Cigno Verde, nato in Marocco 59 anni fa ma, di fatto, ormai parmigiano dopo 35 anni nella nostra città, ma inutilmente. E quindi tutto è ora nelle mani degli agenti che, dopo il responso degli esami compiuti in ospedale che hanno evidenziato un tasso alcolico molto superiore al limite di legge, hanno trasferito l'automobilista in stato di fermo nella sua abitazione. Il reato è terribile: omicidio stradale. E la pena potenziale, se tutto venisse confermato, adeguata: da otto a dodici anni di reclusione.
«Degli aspetti legali, della dinamica sappiamo ancora poco, dovremo confrontarci con gli inquirenti – continuano i figli che non si danno pace di non aver neppure potuto vedere per l'ultima volta il padre. - Così come ancora non sappiamo se verrà fatta l'autopsia, quando potremo svolgere i funerali».

La risposta a queste domande arriverà in queste ore ma intanto la casa dell'Oltretorrente, ancora, è piena di abbracci, di voci basse. Di lacrime trattenute. «Ci sono persone che conoscono nostro padre da decenni e che sono accorse insieme ad altri con cui c'era una confidenza molto meno profonda, più recente. Ma tutti hanno voluto ricordare una persona per bene e un grande lavoratore, un uomo serio e appassionato».
Oggi, poi, sarà il tempo di ritrovarsi con tutti i colleghi, di vedere altri volti scuri e con le voce rotta salire le scale di quella casa dove, nonostante tutto regna una atmosfera pacata che parla di affetto, di calore. Mentre in via Traversetolo, a due passi da dove tutto è accaduto, qualcuno ha deposto una rosa bianca. Non c'è un biglietto, non ci sono parole. Ma forse di fronte a tanto dolore non c'è niente altro da aggiungere.

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