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In un elegiaco galleggiare a mezz’aria gli amarcord di alcuni negozi di ieri: l’iscrizione in marmo sul muro di un’antica salumeria che era ubicata in via Imbriani-angolo Borgo Parente (ancora ben visibile), il «sacrario delle paste», la pasticceria Bizzi in piazza Garibaldi, il paradiso dei bambini, Roccon in strada Repubblica, l’ antica pescheria di piazzale San Bartolomeo aperta negli anni quaranta e tutt’ora in funzione, la pescheria Salati di via XXII Luglio, il salumiere di razza Felice Fortunati che teneva bottega all’ombra delle Torri dei Paolotti in strada D’Azeglio, l’Ottica Queirolo di strada Cavour, la Salumeria Pasini di strada Repubblica, «cassaforte» di salumi pregiati e cose buone, le cartolerie Margini di strada Mazzini e Zaccardi di strada Repubblica dove, negli anni cinquanta, si potevano acquistare quei quaderni dalla copertina di un nero lucido, carta giallina a righe o a quadretti contornati in rosso, la panetteria (ancora in funzione) con la storica scritta «Buitoni» in strada Farini, il «santa sanctorum» dei libri parmigiani, ossia la libreria Battei di strada Cavour: un monumento. Ed ancora: Il ristorante Sant’Ambrogio, nell’omonimo vicolo, quasi dirimpettaio di «Pepén», la bottega di ferramenta della famiglia Vender in strada Mazzini («Basa di Magnàn»), un manifesto pubblicitario dell’Antica Cereria Serventi di via Rodolfo Tanzi, la Cappelleria Walter Bocchi di piazzale Barbieri (dove approdavano tanti montanari della Val Cedra e della Val Parma che smontavano proprio lì dalla corriera), l’«eden dei pittori» e l’antica salumeria in via XXII Luglio, la Panetteria Gradellini (ancora in funzione) di strada Farini che aveva sempre esposti «pasta räza e mältajè», Seterie Campi, Abbigliamento Curti, un manifesto dell’ottocentesco negozio di abbigliamento Ambrosi sempre in strada Repubblica, Pighini e Fanti, articoli da regalo, in strada Mazzini, il negozio di strumenti musicali Varese di strada Garibaldi e, per chiudere brillantemente all’insegna della più schietta parmigianità, il box della Rina Buccelli, per anni, «anima e cuore» del «pianeta Ghiaia» insieme a Bruno Tagliapietra ed alla moglie Ivana «bombonèn» ( venditori di dolciumi) della piazza più amata dai parmigiani.
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