Quando Berlusconi venne a Parma
Si è concesso alla folla firmando autografi e stringendo mani in centro, si è fatto ricoprire di applausi dagli industriali, è andato al «Tardini» a vedere il suo Milan (che vinse 2 a 0) e al Regio per il centenario della nascita di Pietro Barilla, uno dei capitani d'industria di una città e di un'Italia forse irripetibili. Dalla fine degli anni Novanta in poi, il rapporto fra Silvio Berlusconi e Parma sembrava viaggiare su una corsia preferenziale. Sono state diverse e frequenti, soprattutto nei primi anni Duemila, le sue puntate in città. Ma le date da cerchiare in rosso sono due: martedì 21 giugno 2005, giorno dell'insediamento di quell'Authority per la sicurezza alimentare che strappò, letteralmente, alla Finlandia, e sabato 17 marzo 2001, quando quattromila industriali riuniti al PalaCassa per l'«Assise generali» di Confindustria lo applaudirono per ben 20 volte in un'ora. Il giorno prima, a Francesco Rutelli, suo sfidante alle elezioni, il mondo produttivo riservò un'accoglienza molto più tiepida: gli applausi, di cortesia, furono un paio.
Il '98 «tiepido»
Venerdì 27 marzo 1998, gli industriali riuniti alle Fiere per il convegno di Confindustria riservarono però un'accoglienza tiepida al Cavaliere. Al termine del dibattito con Massimo D'Alema, il presidente della Fiat, Cesare Romiti, promosse addirittura il leader della sinistra: «Sì, mi è piaciuto». Una situazione che non si ripresenterà tre anni dopo.
La standing ovation
Nel 2001 la stella di Berlusconi tornò a brillare durante l'«Assise generali» di Confindustria al Palacassa. Venti applausi per un'ora di discorso. Il leader del centrodestra arrivò a dire che il suo programma elettorale «è la fotocopia del vostro». Cioè delle linee proposte dagli industriali. Scherzando con Antonio D'Amato, l'allora presidente di Confindustria, lo invitò a uno scambio dei ruoli: «Io torno a fare l'imprenditore e tu vai a Palazzo Chigi».
Il «regalo» di Santa Lucia
La sede dell'Efsa doveva andare ad Helsinki. Così era stato deciso. E invece no. Nel dicembre 2001, durante il vertice dei capi di Stato e di governo a Laeken, in Belgio, l'ex premier mandò all'aria tutto, per mantenere la promessa fatta alla città nel 2001: l'Authority dovrà essere parmigiana. E così è stato. Il 13 dicembre 2003 arrivò da Bruxelles la conferma e a Parma si parlò del «regalo di Santa Lucia», mentre il 21 giugno 2005 Berlusconi venne in città, insieme all'allora presidente della Commissione europea, il portoghese José Manuel Durao Barroso, per l'insediamento dell'Efsa. In quell'occasione, dall'Auditorium Paganini l'ex premier pronunciò la famosa (e contestatissima) frase: «Ho rispolverato tutte le mie arti di playboy facendo anche la corte alla presidente della Finlandia». Ma più delle polemiche a Parma interessavano i 70 milioni di euro della legge obiettivo (un traguardo raggiunto anche grazie a Pietro Lunardi, l'ex ministro parmigiano delle Infrastrutture) destinati al Ponte Nord, alla scuola europea e al potenziamento dell'aeroporto. Galvanizzato dalla giornata, l'ex sindaco Elvio Ubaldi disse: «Vogliamo essere un esempio a livello continentale».
Il bagno di folla
Sabato 10 aprile 2010, l'atmosfera era cambiata. Complice la crisi finanziaria, l'allora premier Berlusconi, davanti agli imprenditori riuniti a Parma per i cento anni di Confindustria, giocò la carta dell'ottimismo, mentre Emma Marcegaglia lo incalzava chiedendo «impegni precisi, tempi certi» e dicendo no alle «promesse generiche». «L'Italia non è in declino» replicò Berlusconi, che puntò il dito contro il «catastrofismo dell'opposizione».
Terminata l'assemblea al Palacassa il presidente del Consiglio andò in centro: visitò la mostra «Nove100» al Palazzo del Governatore, «anche se io sono più per l'arte rinascimentale che per quella moderna» confidò all'ex sindaco Pietro Vignali e poi prese un caffè all'Orientale.
Al «Tardini» e al Regio
Sabato 17 marzo 2012, al «Tardini» si giocava Parma-Milan. Berlusconi, che non andava a vedere i rossoneri in trasferta in campionato dal 20 febbraio 1994, fece uno strappo alla regola. Allo stadio arrivò con la deputata Mariarosaria Rossi e vicino a lui, in tribuna, era seduto l'ex ministro Lunardi.
Lunedì 15 aprile 2013 è stata invece la volta dell'incontro «segreto» con Matteo Renzi. I due erano entrambi al Teatro Regio per le celebrazioni legate al centenario della nascita di Pietro Barilla. Nella penombra del palco 17 del secondo ordine ci fu l'incontro fra i due (Renzi portò con sé i fedelissimi Maria Elena Boschi, Dario Nardella e Francesco Bonifazi). Il «patto del Nazareno», siglato nel gennaio 2014, era ancora lontano. Così come lontana, lontanissima, sembra oggi quella stagione politica.
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