Club alpino italiano
L'estate del Cai di Parma è sempre più sinonimo di campi di volontariato. Anche quest'anno si è infatti rinnovata la collaborazione con il Csv, che ha permesso a due gruppi di una quindicina di ragazze e ragazzi tra i 14 e i 17 anni di sperimentarsi in attività di volontariato in un campo residenziale di una settimana al Rifugio Mariotti.
Un'esperienza fatta di gesti di cura per l’ambiente, relazione, divertimento e scoperta nella magnifica cornice del Lago Santo e del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Il primo campo, coordinato da Roberto Zanzucchi e Alberto Derlindati, si è svolto dal 17 al 23 giugno, il secondo, con accompagnatori Gianfranco Bertè e Walter Moia, è in corso di svolgimento dal 27 agosto al 1 settembre.
«Dopo alcuni giorni che il campo si è concluso - ha raccontato Luca, uno dei quindici del primo gruppo - mi ritrovo sempre più spesso a ricordare quello che è successo in quei giorni. Non dover riempire i buchi del nostro tempo con lo smartphone. Non essere assillati dagli orari dettati dalla tecnologia, ma unicamente da quello che il nostro corpo ci indicava. Un ritorno ad essere umani, lontano dagli schermi e dagli schemi».
«Ho scoperto quanto sia vera la frase che dice solo dove sei stato a piedi sei stato veramente», ha spiegato invece Irene, aggiungendo: «Vivere in un rifugio è appassionante, ero abituata alle solite gite giornaliere, mentre dopo sette giorni ti senti a casa, dopo cena puoi uscire a guardare il lago mentre dai da mangiare ai pesci. Tutto quell'ambiente diventa tuo: per me il rifugio Mariotti non è più un rifugio fra tanti, ma un luogo pieno di emozionanti ricordi».
E poi Emma: «Durante il campo di volontariato ogni istante trascorso era un istante che non avrei voluto finisse, sia che stessi trasportando legna da un lato all'altro del rifugio, sia che stessi ammirando il lago la sera prima di cena. Era un momento prezioso e indimenticabile che nel suo piccolo mi ha cambiata, senza il disturbo di un telefono perennemente squillante. Non mi sarei mai aspettata potesse mancarmi così tanto. Tutte le persone presenti, qualunque fosse stata la prima impressione, sono diventate una famiglia nel corso della settimana, aiutandosi a vicenda nelle faccende domestiche o non lasciandosi indietro durante un sentiero troppo ripido».
Insomma, si è trattata di un'esperienza umana prima ancora che formativa, all'insegna del fare e del condividere.
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