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Pino Valenti, il pilota che amava «ricamare» il cielo

Pino Valenti, il pilota che  amava «ricamare» il cielo

di Laura Ruggiero

10 Settembre 2023, 12:03

Pino Valenti ha passato tutta la vita tra gli aeroplani. Le sue imprese, durate quasi 60 anni, hanno fatto la storia del volo acrobatico e sono state ricordate nella conferenza dal titolo «Pino Valenti, un parmigiano che amava volare», a cura di Carlo Migliavacca, tenuta nel Palazzo del Governatore.
Nato a Fornovo nel 1936, Valenti fin da piccolo ha coltivato un’incredibile passione per gli aerei. «La sua passione – ricorda Migliavacca – è nata nel 1943 quando iniziarono i bombardamenti sulla città di Parma. Era solo un bambino, ma già da allora diceva che prima o poi avrebbe volato su un aeroplano. È nato così il sogno di prendere il brevetto».
Un desiderio che si avvera nel 1961, anno in cui ottiene il brevetto all’Aero Club di Parma. Ben presto, Valenti si appassiona al volo acrobatico e inizia ad affinare ogni figura acrobatica con lo Zlin 526, un aereo cecoslovacco allora campione del mondo. L’obiettivo è quello di partecipare alle competizioni.
«Nel 1975 – prosegue Migliavacca – ha fatto parte del team italiano che per la prima volta ha partecipato ai campionati mondiali di acrobazia a Kiev. Due anni dopo ha partecipato anche ai campionati europei».
Nel corso della sua lunga carriera ha pilotato tanti aeroplani, tra cui l’F.104 Starfighter, il difensore dei cieli italiani per oltre 40 anni. «Un civile non poteva salire su questo aereo – racconta Migliavacca – L’aeronautica militare, però, concedeva ai giornalisti di salire sul mezzo per scrivere gli articoli. Riesce così a mettersi in contatto con l’allora direttore della Gazzetta di Parma e ottiene un tesserino temporaneo da giornalista e con quello vola sull’F.104». Quando sono in quota, il generale gli passa i comandi ed esegue persino delle manovre acrobatiche.
Oltre ad essere un abile pilota, Valenti era anche un restauratore ed è riuscito a riportare in vita degli autentici pezzi di storia come il Fiat G 59, derivato direttamente dal Fiat G-55 considerato il miglior caccia italiano della Seconda Guerra mondiale, acquistato all’asta e ricostruito in otto anni. Valenti ha partecipato anche alla realizzazione dei film «Il paziente inglese» e «U571».
La conferenza è stata organizzata nell’ambito della mostra «Cento anni dell’Aeronautica militare. In volo verso il futuro» visitabile sino al 17 settembre nel Palazzo del Governatore. «Questi 100 anni – spiega il comandante della rete pol Vito Casano – sono un momento celebrativo, ma non vogliono essere un traguardo. Ci aspettano ancora tante sfide importanti. Abbiamo deciso di organizzare diversi eventi per celebrare il centenario, come questa mostra iconografica itinerante, volta a ripercorrere le tappe fondamentali dell’aeronautica».
Un lungo e avvincente percorso iniziato nel 1923 e arricchito dall’esperienza di personaggi come Pino Valenti, che hanno dato lustro all’aeronautica. «Parma – conclude il comandante ‒ ha avuto l’onore di avere come figlio un aviatore e un uomo incredibile che dovevamo necessariamente ricordare raccontando la sua storia».

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