comune di Parma
Dopo un dibattito infuocato il consiglio comunale ha approvato con il voto favorevole della maggioranza e di Ottolini (Verdi) la mozione che invita la Giunta a cancellare la delibera di Ciclosi che consentiva la posa di una targa in ricordo dei caduti Rsi alla Villetta. Nella minoranza sono uscite dall’aula Chiastra (Vignali), Ubaldi (Cp) e Brandini (Azione) mentre hanno votato no Cavandoli (Lega) e Bocchi e Tramuta (Fdi).
Su richiesta di Federica Ubaldi (Cp) Alinovi ha lasciato la presidenza della seduta del consiglio comunale al suo vice Dalla Tana per la discussione della mozione che punta a vietare la posa di una lapide in ricordo dei caduti della Repubblica sociale alla Villetta in quanto firmatario della mozione al posto del capogruppo di Effetto Parma Salzano assieme a Campanini, Nouvenne e la Maurizio. “Una mozione indegna che nega pacificazione nazionale nel nome di un antifascismo che dà dignità solo ai partigiani comunisti e che nega la pietà di un ricordo di caduti nel nome di ideali” : queste le durissime parole di Bocchi, capogruppo Fdi sulla mozione di maggioranza che vuole revocare la delibera di Ciclosi sulla posa di una lapide in ricordo dei caduti Rsi. Campanini (Pd) ha detto che “pacificazione non deve diventare la parificazione di chi era dalla parte giusta della storia e di chi era dalla parte sbagliata”. Nouvenne (Prospettiva) ha replicato che “la mozione non ha nulla di ideologico. La differenza è tra chi ha consentito la libertà e chi invece avrebbe proseguito la strada della dittatura se avesse vinto la Rsi”. “Mettere la lapide significherebbe dare un riconoscimento ai caduti della Rsi protagonisti di un’epoca buia della storia italiana dove c’era chi sosteneva una feroce dittatura. La Rsi era parte sbagliata , la Resistenza era la parte giusta. E sui morti non c’è gara fra le parti, è superficialità offensiva parlare di patria e onore . Non devono dirsi patrioti quelli che sostengono la Rsi perché sono stati traditori del Paese”. “Nessuno può mettere in dubbio gli ideali antifascisti della mia famiglia, ma la cattiveria e il livore ascoltati per negare la posa di una lapide in un cimitero che è il luogo della pietas è un insulto alla legalità e ai partigiani veri e un modo per non affrontare i problemi veri della città ed è una caduta in basso di cui non si sentiva il bisogno”. Così Federica Ubaldi di Civiltà parmigiana. Anche Brandini parla di “pericoloso precedente su una mancata pacificazione nazionale con un atto che va a abrogare un atto valido che quello si parla di pacificazione e che è un pericoloso precedente “. L’assessore Bonetti: “Una lapide pone un atto valoriale ed è un monumento che non può essere condiviso da parte di un’amministrazione che guida una Città medaglia d’oro della Resistenza. Una lapide è una celebrazione e sarebbe stato imbarazzante vederla collocare”.
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