Lutto
Luca Goldoni in una foto scattata a Parma
E’ morto Luca Goldoni, scrittore e storico giornalista parmigiano. Se ne è andato nel pomeriggio all’hospice di Casalecchio di Reno, dove era stato ricoverato negli ultimi giorni per un peggioramento delle condizioni di salute. Aveva 95 anni.
Era nato, come detto a Parma, nel 1928. Goldoni - compagno di scuola di Baldassarre Molossi e Giorgio Torelli al Romagnosi - ha iniziato la carriera di giornalista presso il nostro giornale e "Il Resto del Carlino", per poi collaborare con il "Corriere della Sera" dapprima come cronista di nera, poi come inviato di guerra e infine come attento e ironico osservatore del costume italiano.
Luca Goldoni, Giorgio Torelli e Baldassarre Molossi
Tra i premi vinti in carriera, il Libro d’oro, per aver superato i tre milioni di copie vendute con i suoi titoli e la Palma d’Oro al salone dell’umorismo per "Non ho parole".
Tra le tante storie della sua carriera ci fu quella per cui nel 1968 dettò la corrispondenza da Praga, dopo l’invasione dei carri armati sovietici, in dialetto parmigiano. Lo ha raccontato lui stesso a maggio 2021: «La stampa di mezzo mondo affollava gli alberghi da cui telefonare i pezzi. Mi accorsi subito che appena trasmettevo frasi sgradite ai russi, cadeva la linea. Da una rapida indagine risultò che ogni centralino era presidiato da un detective sovietico poliglotta. Capiva perfettamente anche l'italiano e censurava inesorabilmente ogni testo. La reazione me la suggerì il collega più anziano e più illustre, Egisto Corradi: 'fatti passare un tuo conterraneo della redazione e dettagli in dialetto'. Ricordo nitidamente l’attacco del primo pezzo telefonato a Cesare Turrini: Incò un blindè ha mazzè un puten (oggi un blindato ha travolto un bambino)».
Fra i suoi libri "Lei m'insegna", "È gradito l’abito scuro", "Italia al guinzaglio", "Il sopravvissuto" (premio Fenice Europa), "Il mare nell’anima", '"Cioé", "Tranelli d’Italia" e "Francesco Baracca", scritto con il figlio Alessandro, anche lui giornalista e dedicato all’aviere di Lugo. E tra i personaggi di cui si appassionò ci fu la sua concittadina Maria Luigia, duchessa e una delle mogli di Napoleone: «Maria Luigia precorre i tempi (anche nel mal di stomaco): è una finta massaia che, assaggiato il gusto del potere, non vuole più farne a meno. Tutto il resto, sentimenti, amori, tradimenti, sono soltanto tumultuoso contorno», scrisse Goldoni.
“Sono una gran provinciale”, raccontava di sé. Quando Giovanni Spadolini, direttore del "Corriere della Sera", lo chiamò – lui poco più che 40enne – rischiò di perdere l’assunzione per la sua richiesta di non trasferirsi a Milano.
Il cordoglio di Bonaccini e Felicori
«Una perdita che ci rattrista profondamente, perché con Luca Goldoni non se ne va solo un grande giornalista, inviato di guerra, scrittore, un acuto e ironico osservatore dei costumi italiani di cui è impossibile citare tutti i successi ottenuti nella sua lunga vita professionale; se ne va anche un uomo di straordinaria cultura ed eleganza, la cui vita e carriera sono state da sempre, e non solo per il suo luogo di nascita, intrecciate con la nostra regione, l’Emilia-Romagna». Lo dicono il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l'assessore alla Cultura Mauro Felicori, a nome di tutta la Giunta regionale, esprimendo il cordoglio per la morte, ieri, di Luca Goldoni.
«Siamo certi di interpretare un sentimento di profonda tristezza e malinconia di tutti gli emiliano-romagnoli - aggiungono - perché Luca Goldoni, con i suoi articoli, i suoi libri, i suoi reportage dal mondo, ha sempre avuto un dialogo diretto con i lettori, anche grazie a uno stile inconfondibile. E ha sempre avuto un grande affetto per la sua, la nostra terra. Al figlio Alessandro e ai familiari di Luca va il nostro forte abbraccio, quello di un territorio e di una comunità che dicono grazie a un suo grande figlio. Ci mancherà».
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