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Parma, i prezzi sono aumentati dell'1,6%

Parma, aumentano i prezzi dell'1,6%

18 Maggio 2024, 10:49

Nell’ultimo anno sono state le province italiane le più colpite dal caro vita. Siena, Brindisi e Venezia hanno registrato un aumento dell’inflazione dell’1,9%. Seguono Benevento con il +1,8%, Napoli con il +1,7%, Rimini, Parma e Trieste con il +1,6%. Sono quasi tutte realtà territoriali con una grande vocazione turistica che hanno subito importanti incrementi di spesa delle attività riconducibili ai servizi ricettivi, di ristorazione e alla persona. Un deciso incremento di costo ha interessato anche i trasporti, gli affitti di case/negozi e il carrello della spesa. A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia. Il peggio è comunque alle nostre spalle; negli ultimi sette mesi il dato dell’inflazione a livello nazionale è stato ben al di sotto della soglia del 2% e, secondo la Commissione Europea, quest’anno dovrebbe attestarsi al +1,6%, contro il +5,9% registrato nel 2023 e il +8,7% del 2022. Il dato di quest’anno, inoltre, è nettamente inferiore alla media UE che, invece, dovrebbe attestarsi al 2,5%.
Non solo. Tra i 27 paesi che compongono l’Unione Europea solo la Finlandia (+1,4%) è destinata a ottenere un risultato migliore del nostro. Non solo. Se in Germania l’inflazione è destinata a salire del 2,4%, in Francia del 2,5% e in Spagna addirittura del 3,1%. Mai come in questo momento, visto che l’inflazione sta scendendo in tutta Europa, è necessario che Francoforte riduca il tasso di interesse. Con i ritocchi all’insù avvenuti tra giugno 2022 e settembre 2023, quello di riferimento è oggi al suo massimo storico da quando in UE c'è la moneta unica (4,5%), contribuendo a ostacolare il ricorso al credito da parte delle famiglie e, soprattutto, delle imprese di piccola dimensione. Sebbene la crescita dell’inflazione stia rallentando, la percezione dei consumatori italiani è che i prezzi dei beni e dei servizi stiano invece salendo. In realtà alcune voci di spesa che incidono in misura importante sul bilancio familiare hanno subito delle contrazioni importanti. 
Negli ultimi 12 mesi, ad esempio, i prezzi dell’energia elettrica e del gas sono scesi rispettivamente del 29,2% e del 21,6%, rendendo così le nostre bollette molto più leggere. Anche i biglietti aerei hanno registrato una decisa diminuzione: quelli internazionali dell’11,8% e quelli nazionali del 6,9%. Per contro, è aumentato, in particolar modo, il prezzo delle patate (+11,9%), i pacchetti vacanza nel nostro Paese (+17,2%) e l’olio d’oliva (+44,3%). La recentissima fiammata inflazionistica è costata alle famiglie italiane 4.039 euro in più. Se nel 2021, anno che ha preceduto l’avvento della crisi sanitaria, la spesa media annuale delle famiglie italiane ammontava a 21.873 euro, due anni dopo la stessa è salita a 25.913 euro. Soprattutto per le famiglie meno abbienti, l’abitazione e l’alimentare sono le voci di spesa che hanno contribuito maggiormente ad incrementare le uscite complessive.

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