Regione
«Dall’insieme delle prospettive di crescita e dei limiti fisici e dagli elementi di tutela ambientale, Bologna può delineare un limite massimo di crescita a cui può arrivare. Che non può essere il figlio del dibattito politico, non è che è il presidente della Regione o la tale associazione che decide qual è il limite massimo di crescita. Sono parametri fisici, ambientali, tecnici che devono definire qual è il limite massimo di crescita di Bologna. Io penso che l'Emilia-Romagna nel suo complesso si debba porre un obiettivo più ambizioso del numero massimo di passeggeri che può fare Bologna». Lo ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna Michele de Pascale, a margine di un convegno presso l’Aeroporto Marconi di Bologna, parlando delle strategie della Regione sugli scali aeroportuali del territorio.
«L'Emilia-Romagna, a mio avviso, deve conquistare uno spazio più grande nei cieli del nostro Paese», ha detto il governatore. «E questo è il senso e il ruolo anche degli investimenti sugli altri tre scali regionali, che in questo momento vivono in una condizione molto diversa: Rimini sta crescendo, Forlì e Parma invece sono in una situazione oggettiva di difficoltà, perché i numeri al momento non ci sono. Ci sono stati imprenditori locali che finora si sono fatti carico delle perdite, degli investimenti e dei costi, ma nessuno può pensare che questa cosa duri in eterno», ha aggiunto de Pascale. «Io sono convinto che il trend generale di flussi aerei dei prossimi 10-15 anni rendano necessari per l’Emilia-Romagna e per il Paese tutti e quattro gli scali. I numeri di oggi no, probabilmente, cioè i numeri di oggi complessivi non riescono a sostenere i quattro scali, ma il trend generale di crescita sì. E quindi ben si giustifica secondo me una strategia anche pubblica che accompagni questi quattro scali ad avvicinarsi a una fase in cui potranno sostenersi». Lo ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna Michele de Pascale, parlando degli aeroporti del territorio regionale: il riferimento è agli scali di Parma e Forlì, che soffrono a differenza di Bologna e Rimini che sono in crescita.
Tuttavia, avverte de Pascale, l’opinione è a titolo personale e la questione andrà approfondita: «Se la Regione Emilia Romagna deve mettere in campo una strategia che consenta a questi quattro scali di arrivare tutti e quattro vivi al momento in cui ci serviranno, secondo me è una strategia sensata, però si deve capire ovviamente la prospettiva. E quindi la Regione è molto laica: io penso che servano tutti e quattro, però poi si deve passare a una fase di studio analitico, non è che basta che lo voglia il presidente della Regione».
In ogni caso l’intenzione del governatore è lavorare con gli scali in un’ottica di sistema: «Abbiamo convocato un incontro con i quattro scali e le quattro città per condividere una strategia comune, ma questa è la chiave con cui ci proponiamo di lavorare nei prossimi anni».
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