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9 agosto 2014

"Quei quattro anni con Aldo Cremonini alla guida di Parma"

Quei quattro anni con Aldo Cremonini alla guida di Parma

25 Febbraio 2025, 18:06


Il primo incontro con Aldo Cremonini avvenne subito dopo la mia elezione a consigliere comunale, nel giugno del 1970. Il gruppo del Msi aveva contestato la mia eleggibilita (e di altri 3 consiglieri comunisti) perché ero stato consigliere della Banca del Monte, allora Tesoriere del Comune, da cui mi ero dimesso ad avvenuta elezione. L'avvocato Cremonini fu incaricato della nostra difesa, che portò a termine con successo, facendo dichiarare «incostituzionale» la norma di legge addotta contro la nostra elezione. Questo fatto fece emergere con evidenza la «caratura» nazionale della professionalità di Aldo. Negli anni successivi i nostri rapporti rimasero allo stato di «cordiale conoscenza», senza avere occasioni od opportunità di approfondimento. Il nostro rapporto si intensificò dopo le elezioni amministrative del giugno 1975, quando io venni riconfermato consigliere e lui venne eletto nel consesso comunale ed assunse la carica di assessore al Bilancio nella nuova compagine di Giunta. Io fui delegato dal mio gruppo a seguire, tra l'altro, anche il bilancio comunale, per cui le possibilità di confrontarmi direttamente con Aldo furono abbastanza frequenti e devo dire che tra noi non vi furono mai difficoltà a trovare concordanze sulle scelte più impegnative del bilancio comunale. Incombeva in quel periodo sulla Giunta il riflesso delle «lenzuolate», ma su questo argomento, fra noi due, c'era un'ampia identità di vedute. Quando a metà del 1976, la «vicenda edilizia» provocò interventi giudiziari e la giunta Gherri-Albertini fu costretta a dare le dimissioni, Aldo Cremonini ed io, designati dai nostri gruppi consiliari, ci trovammo a dover prendere in mano le redini del Comune.
Il nostro primo incontro da Sindaco e Vicesindaco fu semplice ed essenziale. Aldo mi disse: io voglio portare questa città fuori dalla bufera e dobbiamo darci da fare affinché il Comune torni ad essere un Ente che funziona regolarmente e torni ad essere un punto di riferimento politico e di valori, come è stato al tempo dei primi sindaci partigiani: ricordando in proposito Primo Savani e Giacomo Ferrari. Poi aggiunse che non aveva la vocazione all'impegno tipicamente amministrativo e che pertanto avrebbe dato ampie deleghe agli assessori, per la gestione (a me ne furono affidate ben sette). Ma si riservava l'impegno ad assumere nuove iniziative che valorizzassero la città, che amava molto, anche per antica tradizione familiare, e mi ricordò al riguardo che il suo antenato Girolamo Cantelli era stato Podestà di Parma ai tempi di Maria Luigia.
Le sue prime novità si evidenziarono già negli atti iniziali, tradizionali per ogni nuova Giunta: la visita ufficiale alle altre istituzioni pubbliche cittadine. La prima visita, che normalmente veniva fatta in Prefettura, Aldo propose di farla con le Associazioni Partigiane nella sede dell'Anpi, per testimoniare che la sua giunta avrebbe fatto innanzitutto riferimento ai valori espressi dalla Resistenza. E a tale conferma nominò il comandante partigiano "Nardo" Tarantini, suo capo di gabinetto in Comune.
Un'altra novità fu la visita ufficiale alla Curia di Parma, cosa che non avevano mai fatto le precedenti giunte di sinistra. Dopo questo atto si stabilì un rapporto collaborativo con il vescovado che, più avanti, mise a disposizione di iniziative culturali del Comune gli spazi della Piazza del Duomo e della stessa Cattedrale.
Fu una novità anche l'incontro ufficiale con la Presidenza del Tribunale, alla quale Aldo assicurò l'impegno di operare nella massima legalità, nonchè l'impegno a collaborare per fare chiarezza sulle attività che avevano determinato l'intervento giudiziario.
Nelle prime riunioni operative di Giunta, propose una Variante al Piano Regolatore, per poter cancellare tutte quelle "destinazioni di aree" che risultavano soggette ad indagini della magistratura. Riteneva che in tal modo si poteva tutelare anticipatamente la civica amministrazione, rispetto al processo che il tribunale avrebbe predisposto alla fine delle indagini. Ed affidò l'incarico di "consulente legale" del Comune al più rinomato professionista italiano in materia amministrativa-urbanistica: Alberto Predieri di Firenze,che ci assistette nella difficoltosa predisposizione della "variante" al Prg. Allo stesso professionista venne successivamente affidato anche l'incarico di difendere il Comune costituitosi "parte civile" nel processo. Questa decisione proposta da Aldo in giunta, fu allora una novità politica che comportò lunghe e difficoltose discussioni nei gruppi di maggioranza.
La "variante", approvata all'inizio del 1978, non fu soltanto una operazione di "salvaguardia legale" su alcune scelte urbanistiche inquisite, fu anche una proposta di nuove destinazioni di aree che dovevano favorire lo sviluppo economico e produttivo della città. Furono così individuate le aree artigianali della Crocetta, di via Paullo e di Corcagnano ed anche l'area per il Centro Ingrosso, che sarebbero diventate nella legislatura successiva 4 grandi quartieri produttivi, che hanno consentito al tempo stesso sviluppo economico della città ed una qualificazione di tutto il centro urbano. Sempre nel 1978 il Comune diede 2 miliardi di "garanzie bancarie" che consentirono alla Spip, area industriale pubblica, di urbanizzare tutto l'insediamento industriale di Paradigna, compresa la nuova strada di collegamento con via Colorno. Insediamento che, negli anni 80, ha consentito il trasferimento di 40 attività produttive fuori dalla città, ma sempre nell'ambito comunale.
Un'altra importante novità nella gestione Cremonini fu la decisione di destinare, alla fine del 1977, un consistente finanziamento (circa 400 milioni) per consentire di poter fare a Parma, nell'estate del 1978 il campionato del mondo del Baseball. L'iniziativa ci venne proposta dal compianto Aldo Notari, presidente del Parma baseball, allora campione d'Italia, e consentì di trasformare il modesto campo di viale Piacenza nel «diamante europeo», il più importante campo di baseball d'Europa, dove sono poi stati giocati altri due campionati mondiali.
Alla fine di luglio del 1978 Aldo Cremonini provocò una crisi di Giunta, perché tre consiglieri del suo gruppo, inquisiti per la vicenda edilizia (poi a fine indagine prosciolti) non accettarono la costituzione di «parte civile» deliberata dalla Giunta ed iniziarono ad esprimere pareri negativi su importanti delibere, mettendo perciò a rischio la maggioranza consiliare. Dopo una discussione che coinvolse anche i vertici nazionali dei due partiti di sinistra, si arrivò alla soluzione politica di far entrare in Giunta due esponenti socialdemocratici, presenti in consiglio comunale: Marcella Bondani Schiatti ed Athos Balestrieri, che assicurarono i voti necessari per concludere la legislatura.
Un'altra importante iniziativa delle giunta Cremonini fu quella di consentire, con le necessarie delibere urbanistiche, la creazione del Campus Universitario. Vennero a proporci quella iniziativa il rettore Zanella ed il direttore Usberti, che fecero presente di poter ottenere consistenti finanziamenti ministeriali presentando un progetto «urbanisticamente approvato». Dopo molte discussioni, che coinvolsero anche i gruppi consiliari, la Giunta approvò il progetto e l'iniziativa si poté così realizzare, diventando il volano del grande sviluppo conseguito dall'Università di Parma, negli ultimi 30 anni.
A merito del sindaco Cremonini va anche ascritto il «cambio di destinazione» di tre importanti edifici privati cittadini, che sono diventati, con una apposita «variante», a destinazione «direzionale». Si tratta di Palazzo Sanvitale di Banca Monte, di palazzo Bossi-Bocchi di Cariparma e di Palazzo Soragna dell'Unione Industriali. Su quella proposta ci fu una discussione molto travagliata nella maggioranza. E venne approvata perché due di noi, a differenza del nostro gruppo consiliare, si schierarono con il sindaco, che ottenne anche l'appoggio dell'opposizione. Quegli edifici non sono diventati solo la sede prestigiosa di tre importanti istituzioni, ma continuano ad essere ancora oggi come allora, sede prestigiosa di molteplici iniziative culturali cittadine.
Da uomo di cultura, Aldo Cremonini fu promotore di due importanti eventi artistici, che impegnarono il comune organizzativamente e finanziariamente. Un convegno nazionale di due giorni, sull'opera poetica di Attilio Bertolucci, che ha visto la presenza dei maggiori critici letterari italiani del tempo ed ebbe anche un «fine dicitore», che declamò le poesie più note, il grande attore teatrale Romolo Valli. La realizzazione nel 1979 della grande mostra in Pilotta sui «fasti ed i lumi» della pittura parmigiana del 1700, che riscosse un successo nazionale senza precedenti, sia per partecipazione che per risonanza mediatica. All'inizio del 1977 Cremonini volle ricordare con particolare significato storico la ricorrenza del 40° anniversario della morte di Guido Picelli. Su mia proposta, invitò per l'occasione Luigi Longo, presidente nazionale del Pci, che era stato durante la guerra civile spagnola, comandante delle Brigate Internazionali. Longo venne accompagnato da Vittorio Vidali «Carlos», comandante del leggendario «V Reggimento», che aveva difeso gloriosamente per due anni la città di Madrid, assediata dalle truppe franchiste. La manifestazione svoltasi nel cinema Ducale, gremito, ci consentì di parlare poi a lungo con l'oratore, che affermò essere ormai alla fine la dittatuta di Franco e sottolineò l'esigenza di prendere contatti con la nuova realtà democratica spagnola che si andava prefigurando. La conseguenza di quell'incontro con Longo fu la proposta di Cremonini, nel 1979, di promuovere il gemellaggio con la città spagnola di Guadalajara, dove vi era stata una grande battaglia vinta dalle Brigate Internazionali nelle quali aveva militato anche Guido Picelli, e dove era stato eletto sindaco un senatore socialista. Gemellaggio che fu poi realizzato nell'autunno del 1980 dalla Giunta successiva.
Negli ultimi mesi della giunta Cremonini venne assunto l'impegno di consentire la realizzazione di una importante iniziativa di salvaguardia ambientale. Era stato costituito da alcuni anni, ma era rimasto sulla carta, il parco dei Boschi di Carrega, che non aveva dotazioni finanziarie e si era pertanto limitato a vincolare parte una di una lottizzazione esistente non ancora edificata. Per poter attuare il «parco» occorreva innanzitutto acquisire quella parte di lottizzazione. Il Comune di Parma destinò 500 milioni per quella iniziativa, ottenendo un contributo equivalente dalla Regione. Con il restante contributo degli altri 4 soci istituzionali si riuscì a conseguire l'importo necessario all'acquisizione ed il parco venne così dotato di circa 40.000 mq. di terreno, diventando il primo parco naturale della nostra Regione. Allo stesso periodo, risale la decisione di acquisire il complesso dell'ex Eridania che è diventato un polo culturale importante della città.
A conclusione della sua attività di sindaco, Aldo Cremonini regalò alla città il più qualificato «evento verdiano» realizzatosi a Parma nella seconda metà del secolo scorso: l'esecuzione nell'aprile del 1980, della Messa da Requiem da parte dell'orchestra e del coro del Teatro alla Scala, in Duomo con la proiezione dell'opera all'esterno nella piazza, mediante un grande schermo. L'opera diretta da Claudio Abbado e cantata dal più prestigioso cast operistico internazionale dell'epoca: Luciano Pavarotti, Mirella Freni, Elena Obrazone, Ruggero Raimondi, fu seguita da oltre 4000 concittadini e non ha avuto «eguali», nelle diverse successive rappresentazioni di quell'opera realizzate a Parma.
Per quell'evento, il Teatro Regio non aveva più disponibilità finanziarie ed allora Cremonini utilizzò tutti gli stanziamenti ancora disponibili del comune destinati alla sua attività di sindaco: fu il suo «lascito» culturale. Alla fine della legislatura Aldo non si presentò per la rielezione, adducendo diversi motivi personali, ma anche per il fatto che nel suo partito non tutti avevano apprezzato il suo rigore ed il suo impegno determinato, nel voler ripristinare l'«onore» della massima istituzione cittadina.
Io continuai ad amministrare con la Giunta successiva ,anche per dare attuazione e continuità ai nostri progetti e con Aldo il mio rapporto è continuato ad essere di stretta amicizia, per non dire di fraternità, fino al momento della sua dipartita. Ci si trovava di tanto in tanto a casa sua, per discutere degli eventi politici che hanno caratterizzato l'attività della sinistra italiana in questi ultimi 30 anni. E ci si ritrovava ad alcune manifestazioni partigiane, in primo luogo a Bosco di Corniglio, che ricordano i tanti sacrifici personali che hanno segnato la lotta di Liberazione, alla quale lui aveva partecipato.
Gianni Cugini

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