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2 marzo 2006

Tommy, 19 anni dalla sera dell'orrore

Tommy,  19 anni dalla sera dell'orrore

02 Marzo 2025, 09:29

Erano le 19,52, l'ora di cena. In un casolare isolato di Casalbaroncolo all'improvviso mancò la luce. Paolo Onofri si alzò da tavola e uscì per sollevare la levetta del salvavita, ma si trovò sotto la minaccia di un coltello e di una pistola (giocattolo, priva del tappo rosso sulla canna) impugnati da due uomini a volto coperto. Uno sapeva bene come muoversi: in quella casa aveva lavorato. Poco dopo, Onofri, la moglie Paola Pellinghelli e il figlio Sebastiano furono immobilizzati con il nastro isolante, mentre il figlio più piccolo, Tommaso, venne strappato dal seggiolone e portato via in scooter. Doveva essere un sequestro lampo: per costringere Onofri a prelevare un'ingente somma dal caveau delle Poste di via Pastrengo da lui dirette.


Era il 2 marzo del 2006, l'annus horribilis della storia più recente di Parma. Diciannove anni sono trascorsi da allora, dalla sera in cui la nostra comunità sprofondò nell'orrore e nell'angoscia. Boccoli biondi, occhi azzurri, entrò nel cuore di ogni famiglia e non solo parmigiana. Tutta l'Italia trattenne il fiato, nella speranza che il «piccolo Tommy» potesse essere riabbracciato dai genitori. Il caso venne affidato alle migliori menti investigative del Paese. Scattò una colossale corsa contro il tempo, ma il tempo aveva smesso d'esserci fin da subito.
In sella al loro scooter, Mario Alessi, muratore siciliano con diversi precedenti, e Salvatore Raimondi (a sua volta schedato), pugile dilettante senza un lavoro fisso erano fuggiti nel buio. All'incrocio di Casaltone avevano imboccato via Pesci e il cavalcavia dell'autostrada. Su via del Traglione, Raimondi aveva fatto scendere Alessi con il bambino, all'altezza della sbarra che chiude uno sterrato diretto al greto dell'Enza. Avrebbe dovuto essere quello il punto d'incontro tra il muratore e la compagna, Antonella Conserva. Riportato a casa il convivente (sottoposto all'obbligo di dimora dalle 22 fino al mattino seguente), la donna avrebbe dovuto portare il bimbo nel rifugio allestito in Appennino, tra Selva del Bocchetto e Selva Castello. E invece fu lì, in via del Traglione, che la vita del piccolo Tommy venne spezzata. Perché il bimbo piangeva e in zona stavano già accorrendo le prime pattuglie di carabinieri e poliziotti avvisate del rapimento.
Il corpo del piccolo Tommy verrà ritrovato il primo aprile, sepolto sotto una spanna di terriccio. Della sua uccisione si sarebbero poi accusati a vicenda Alessi e Raimondi, ma sarebbe stato il primo a essere condannato all'ergastolo per l'omicidio, mentre Antonella Conserva (che si è sempre detta estranea alla vicenda) e Raimondi solo per il sequestro: la prima a 24 anni, l'altro a 20. Fu grazie al suo Dna che gli investigatori imboccarono la pista giusta. Non riuscendo a tagliare il nastro isolante per legare la mamma del bimbo, Raimondi si era tolto un guanto, lasciando un'impronta.

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