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Il caso via Mazzini

Comune: «Negozi chiusi? Colpa dell'online» L'opposizione: «La Giunta non fa nulla»

Comune: «Negozi chiusi? Colpa dell'online» L'opposizione: «La Giunta non fa nulla»

22 Giugno 2025, 12:04

Sono vetrine chiuse, negozi senza luce. Eppure fanno molto discutere. L'articolo pubblicato ieri dalla «Gazzetta» in cui si è raccontata la profonda crisi che sta vivendo il commercio in via Mazzini ha provocato forti reazioni nel mondo politico cittadino che ha espresso pareri opposti sulle cause di questa desertificazione del centro.

La giunta comunale

L'amministrazione comunale, per parte sua, ha commentato dicendo che «la crisi del commercio, di Parma e di tutto il paese, è dovuta a questioni ben più profonde e radicate di quanto affermato dai commercianti. Ogni giorno crescono gli acquisti online, diminuisce il potere d’acquisto, si fanno scelte di spesa diverse anche a seconda delle categorie merceologiche. Non solo, pochissimi decidono di mandare avanti le attività di famiglia, per scegliere altre strade».

«I nostri centri storici - prosegue la nota dell'amministrazione - sono pieni di gente, soprattutto nel weekend. Nonostante questo, gli scambi commerciali tradizionali diminuiscono. Tutti i dati ci dicono che crescono a dismisura i consumi sulla ristorazione e crollano verticalmente molti altri consumi. Il Comune di Parma sta lavorando con le associazioni di categorie per limitare i danni: stanziando soldi, aprendo bandi, riqualificando aree. E nonostante questo, a quanto pare, il commercio continua ad avere problemi. Non possiamo dirci soddisfatti di questo, ma non possiamo portare la croce di chi ha scelto di promuovere centri commerciali ovunque, di chi pubblicizza campagne di Amazon e neanche di chi con le politiche nazionali aumenta le tasse, diminuisce il potere d’acquisto e non muove un dito per la cittadinanza parmigiana e non solo».

Gruppo Vignali sindaco

Opposte le valutazioni del gruppo in Comune «Vignali sindaco» che ha sostenuto che «la crisi di via Mazzini conferma quanto diciamo da anni. Noi abbiamo fatto un censimento dei negozi sfitti e il quadro è molto fosco: sono 238 nel centro storico e 106 nell’Oltretorrente. Questa desertificazione è una strage silenziosa figlia di più fattori: il regolamento del commercio nel centro è rimasto nel cassetto per più di un anno, poi è stato annacquato con modifiche che lo hanno snaturato e indebolito e ancora oggi non viene applicato. Mancano poi politiche per il traffico veicolare, per i parcheggi e l’accessibilità in generale, oltre al trasporto pubblico. Per non dimenticare la sicurezza, che sappiamo essere il principale problema lamentato dai commercianti, insieme al decoro, con un centro ormai sommerso da rifiuti e disordine, e la totale assenza di politica di rigenerazione urbana e commerciale degli assi principali».

Cavandoli (Lega)

«I dieci negozi chiusi in cento metri sono un indicatore del fallimento delle politiche del centrosinistra», ha argomentato il capogruppo della Lega in consiglio comunale, Laura Cavandoli -. Il centro storico, lasciato da ormai un decennio senza visione e senza sicurezza, si svuota. Purtroppo si susseguono segnalazioni di furti, risse, aggressioni e mentre i cittadini dicono che non ci si sente sicuri ad attraversare alcune zone, compresi i costosissimi parcheggi sotterranei, il sindaco chiude lo spazio di accesso alla Pilotta e riduce l’accessibilità al centro storico».

«Chi governa Parma - ha concluso la Cavandoli - ha voluto scientemente svuotare il centro: ha tolto parcheggi, ostacolato l’accesso, penalizzato il commercio con scelte ideologiche e miopi. E adesso vediamo gli effetti di quella decrescita “infelice”».

Comitato «Per Parma»

Sulla vicenda è intervenuto anche Giampaolo Lavagetto, del comitato «Per Parma», che ha affermato in una nota che «le politiche amministrative per il centro storico di questi ultimi quindici anni hanno contributo ad avviare un processo di desertificazione con i negativi risultati che oggi possiamo vedere: crisi delle attività commerciali, insicurezza, degrado e gravi disagi per i residenti».

«Per amministrare una città come Parma - ha concluso Lavagetto - serve mettere da parte l’ideologia, confrontarsi con i cittadini, capirne le necessità e favorire sviluppo e miglioramento della qualità di vita. Le medaglie e le pacche sulle spalle degli organismi della Comunità europea sono meno importanti del benessere dei parmigiani».

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