LUTTO
È morta lunedì, a 88 anni, suor Eugenia Pioli della Congregazione Maestre Luigine.
Un lutto che segue di una settimana quello di suor Lucia Vignoli, anche lei luigina, che con Eugenia aveva condiviso l'impegno nella parrocchia e nell'asilo di Pontetaro.
Al secolo Rina Pioli, originaria di una famiglia di solidi radici cattoliche di Bosco di Corniglio, suor Eugenia si era laureata in pedagogia all'università Cattolica di Piacenza e aveva iniziato ad insegnare a Parma in varie scuole elementari.
Preparata e raffinata liturgista, aveva una profonda conoscenza della Bibbia.
A metà degli anni Settanta l'arrivo a Pontetaro, dove divenne per 35 anni l'anima dell’asilo parrocchiale: pur non avendoci mai insegnato, aveva tutta la gestione delle struttura, dal refettorio all'amministrazione.
Suor Eugenia era inoltre coordinatrice della catechesi parrocchiale di Pontetaro: formava i giovani catechisti e si occupava dei ragazzi del “dopo cresima”, traghettandoli dall'adolescenza, a volte complicata, a una giovinezza consapevole e ricca di valori.
«Mi considero la sua figlioccia - dice Lucia Mirti, che fece parte di quella squadra di adolescenti - Ricordo con grande affetto i campi estivi che organizzava tutti gli anni a Bazzano, così come i ritiri mensili per noi giovani della zona nell'asilo, con suor Lucia. Momenti importanti di confronto e maturazione. Era una donna apparentemente severa, perché esigente con se stessa e con gli altri, ma affettuosa e accogliente. Anticonformista anche, una che volava alto, lontana da ipocrisie e timori reverenziali, abile a scoprire il lato buono e il talento di ciascuno e a valorizzarlo. Io, come tanti dei miei coetanei, non saremmo quello che siamo se non l'avessimo incontrata».
Nei lunghi anni a Pontetaro, suor Eugenia coordinò anche il gruppo liturgico parrocchiale, preparò tante famiglie al Battesimo (aiutando i genitori, anche i meno praticanti, nel loro percorso), fece parte del consiglio pastorale parrocchiale, diocesano e zonale.
Le doti di suor Eugenia furono valorizzate anche nella Diocesi. Stimata dal vescovo Benito Cocchi, fu a lungo “missionaria diocesana”, preparando le visite pastorali del vescovo e animando i gruppi di ascolto nelle case delle varie parrocchie della Diocesi.
Fu anche impegnata nel Centro diocesano vocazioni e nella preparazione di momenti di preghiera comunitari, sempre aperti alla chiesa e al mondo. Un ruolo che l'aveva fatta conoscere, e apprezzare, da tanti sacerdoti della Diocesi, con i quali collaborava. Nel 2009 il rientro in città, nella casa madre, ma non la fine del suo impegno religioso.
Nella parrocchia del Corpus Domini aiutava il parroco nelle celebrazioni e visitava periodicamente i malati. Aveva accolto la malattia, ricordano le consorelle, con «un totale abbandono, accettando remissiva quello che arrivava, e pregando». Nei momenti liberi amava leggere e cimentarsi nel cucito e soprattutto nel «chiacchierino», una complessa tecnica di merletto nella quale eccelleva, oggi quasi scomparsa dai saperi manuali.
m.t.
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