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La protesta dei residenti

Via Benedetta, raccolte 300 firme contro il nuovo parco fotovoltaico. Arpae: «Area idonea, valutati tutti gli aspetti»

Chiron Energy: «Recepiti i miglioramenti»

Raccolte 300 firme contro il nuovo parco fotovoltaico. Arpae: «Area idonea, valutati tutti gli aspetti»

19 Agosto 2025, 11:55

Preoccupa i residenti del quartiere Colombo la prevista realizzazione di un parco fotovoltaico, tanto che l'associazione «Impegno sociale per San Leonardo e Cortile San Martino» ha già raccolto trecento firme.
Come spiega il presidente Roberto Massa, «l'area presenta numerosi e consolidati vincoli ambientali e urbanistici» e «ricade nella Zona di Riserva 1, istituita con ordinanza ministeriale e confermata nel vigente Piano urbanistico generale del Comune. Si tratta di una zona sottoposta a vincolo paesaggistico, zona di rispetto allargata dei pozzi idropotabili, area di riequilibrio ecologico di progetto e zona di tutela dei caratteri ambientali dei corsi d’acqua».
In queste condizioni, secondo l'associazione, «la realizzazione di un impianto industriale a terra appare del tutto incompatibile con le funzioni di tutela del paesaggio, della biodiversità e delle risorse idriche».
Contro questo progetto «abbiamo già raccolto oltre 300 firme di cittadini - prosegue Massa - a dimostrazione di un dissenso forte, diffuso e trasversale. Chiediamo alle istituzioni competenti la sospensione immediata dell’iter autorizzativo, la verifica della conformità normativa e il rispetto del principio europeo del “Do No Significant Harm”, che vieta il finanziamento di interventi dannosi per l’ambiente se sostenuti con risorse pubbliche».

Il progetto
La società di Milano Chiron Energy, a ottobre 2024 ha comprato il terreno di quasi 13 ettari, mentre a febbraio ha presentato il progetto per un parco fotovoltaico da 11 MW nell'ex area agricola tra via Rocchi, via Setti, via Benedetta e la ferrovia. L'area verrà ricoperta di pannelli in grado di trasformare i raggi solari in energia elettrica.

Arpae
Arpae spiega che «sono stati chiusi i lavori della conferenza dei servizi» e «nessuno dei dieci enti convocati ha espresso pareri negativi». «L'impianto - aggiunge l'ente - è stato valutato sotto tutti gli aspetti e l'area è idonea alla realizzazione».

Comune
Il Comune precisa che non rientra nelle sue competenze «il rilascio dell’autorizzazione, che è in capo esclusivo ad Arpae»
Nel corso della procedura, «l’Amministrazione comunale - si legge - ha mantenuto un costante dialogo con la cittadinanza, promuovendo tra maggio e luglio quattro incontri pubblici con i residenti dell’area interessata, alla presenza di amministratori, tecnici comunali e rappresentanti della società proponente. A questi momenti di confronto si sono aggiunte numerose interlocuzioni dirette, anche telefoniche, con i cittadine e cittadini».
Pur non essendo obbligatorie per legge, il Comune ha sollecitato la società Chiron «ad assumerne l’impegno, ottenendone una disponibilità in tal senso». «L’Amministrazione - conclude la nota - riconosce il ruolo di iniziative come queste nel percorso di transizione energetica del territorio: si consideri che questo impianto produrrebbe energia da fonti rinnovabili in grado di coprire coprendo il fabbisogno annuo di circa 5mila famiglie».

La società
Chiron Energy fa sapere che «si tratta di un’area abbandonata di circa 13 ettari che era stata in passato oggetto di un piano di riqualificazione e trasformazione mai attuato. Ne risultava pertanto un’area sostanzialmente degradata soprattutto nella parte a sud dove sono presenti dei ruderi fatiscenti oggetto di occupazione abusiva e abbandono di rifiuti di vario genere. Il terreno è attraversato da linee elettriche di alta tensione dirette alla vicina stazione elettrica, ad ovest è confinante con una linea ferroviaria, a sud con il viadotto della strada statale e nelle immediate vicinanze ci sono diversi stabilimenti industriali. Pertanto, ai sensi della normativa nazionale e regionale, quest’area è ad oggi considerata perfettamente idonea per l’installazione di impianti da fonte rinnovabile».

L'impianto «consentirà di evitare l’emissione in atmosfera di circa 8mila tonnellate annue di CO2 e di evitare l’importazione di combustibili fossili da paesi stranieri. Un investimento da quasi 6 milioni di Euro che contribuirà in maniera significativa alla lotta al cambiamento climatico aumentando la sicurezza e l’indipendenza energetica del nostro Paese».
«Con spirito costruttivo e di totale trasparenza - spiega la società - abbiamo organizzato alcuni incontri illustrando il progetto e rispondendo ai dubbi ed alle domande della cittadinanza. Abbiamo ricevuto critiche costruttive e spunti di miglioramento, alcuni dei quali sono stati recepiti in una logica di miglioramento progettuale soprattutto in relazione alla mitigazione dell’impatto visuale».
Inoltre, «in una logica di condivisione con il territorio - conclude - abbiamo deciso di dare un contributo economico al Comune di Parma affinchè venga realizzata nel quartiere un’opera di pubblica utilità che la cittadinanza richiede da tempo».

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