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Il report

In Emilia-Romagna crescono i residenti in Appennino

In Emilia-Romagna crescono i residenti in Appennino

08 Settembre 2025, 17:47

La montagna: una terra di frontiera esposta più di altre alle sfide dell’attualità, dalla crisi demografica a quella climatica ma anche un territorio capace di giocare sull'innovazione e di dare segni di vitalità, dove cresce il numero dei residenti e si fa impresa, puntando sulla sostenibilità e sul rafforzamento della comunità anche grazie alle esperienze delle Comunità energetiche rinnovabili, delle Green Communities e la diffusione delle Cooperative di comunità.
È la fotografia della montagna che emerge dal 'Rapporto Montagne Italia 2025', promosso dall’Uncem, l’Unione nazionale di comuni ed enti montani con la Fondazione montagne Italia e il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Nel bolognese, a Monte San Pietro, è stato presentato il Rapporto, alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale Davide Baruffi, tra i cui dati più rilevanti emerge l’incremento della popolazione nelle aree montane dell’Emilia-Romagna, tratto distintivo dell’intero territorio montano. Nel periodo 2019-2023, il saldo migratorio si attesta a +46,7 per mille su scala regionale a fronte di un dato nazionale pari a + 12 per mille.


Nonostante i dati incoraggianti sul trend demografico, i territori montani, secondo Baruffi «scontano difficoltà significative, in primis per i tagli diretti operati dal Governo sui trasferimenti agli enti locali e quelli indiretti su comparti essenziali come sanità, scuola e trasporto pubblico locali. Senza contare la logica schizofrenica del Fondo di solidarietà comunale nazionale, che spesso penalizza la montagna a vantaggio della pianura, e le grandi difficoltà per gli enti più piccoli, soprattutto in montagna, nel reclutare il personale».

«In autunno - ha annunciato l’assessore - la Giunta regionale avanzerà una proposta di riforma del governo territoriale per riordinare le funzioni e le forme di sostegno ai Comuni, alle Unioni e alle Province e il rafforzamento della programmazione negoziata con gli Enti locali, superando in larga parte la logica dei bandi che ha caratterizzato il Pnrr».

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