Evento
Giunge alla sua terza edizione Parma Moving Festival, il festival di danza e arti performative negli spazi pubblici della città, intitolato "Solo cose belle", che si svolgerà a Parma dal 15 al 20 settembre, sotto la direzione artistica di Daniele Albanese, promosso da Europa Teatri, realizzato con il patrocinio del Comune di Parma, con il contributo di Fondazione Cariparma, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario del Comune di Parma, il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma e Network Anticorpi XL.
Spettacoli, creazioni site specific, seminari, compongono il programma del Festival nato dal desiderio di accorciare le distanze tra il pubblico e i linguaggi della danza contemporanea, che a loro volta si trasformano, attraversando e abitando spazi inusuali con nuovi modi di porre la performance. Per questa nuova edizione - alla quale sono stati invitati tra i più interessanti artisti del panorama italiano per la raffinata ricerca artistica - gli spettacoli saranno disseminati in piazze e luoghi all'aperto della città (Piazza Garibaldi, Piazzale F. Borri, Piazza Ghiaia, Piazzale Picelli), così come negli spazi del Museo Cinese ed Etnografico e nelle biblioteche con interventi alla Biblioteca Civica/Oratorio Novo e alla Biblioteca Malerba. Al tempo stesso, anche lo spazio del Teatro Europa ospiterà diversi appuntamenti, tutti rivolti a dare un nuovo senso allo spazio teatrale, aprendolo a nuove possibilità di visione e fruizione.
«Parma Moving Festival vuole riflettere su questa arte, sul possibile incontro con la comunità e ripensare al paradigma di una possibile fruizione anche alla luce dei recenti tagli ministeriali che hanno penalizzato fortemente il settore - afferma il direttore artistico Daniele Albanese - Questa edizione si pone, ancora più degli anni passati, in quel luogo di confine, inteso come luogo di turbolenza ma anche di incontro e di scambio, tra la leggerezza e l'intrattenimento della danza e il pensiero. Prendendo spunto dal titolo di uno degli eventi programmati, Coreografie del pensiero e della gestualità è una perfetta sintesi dell’edizione di quest'anno e Confine è la parola chiave che l'accompagna».
Ad inaugurare il Festival lunedì 15 settembre, alle ore 18, in Piazza Garibaldi, sarà Elisabetta Consonni in Plutone, con tre interpreti d'eccellenza, quali Marta Ciappina, Olimpia Fortuni Masako Matsushita. Artista formatasi in Italia e all'estero (Polonia, Olanda e al The Place di Londra), Elisabetta Consonni coreografa tutto, esseri umani e disumani, oggetti mobili e immobili, mappe, interstizi e gruppi vacanze spaziali. La sua ricerca si sofferma ad interrogarsi su come l’arte performativa possa fornire strumenti per le politiche urbane e sociali. Plutone, spettacolo storico del 2012, nasce da una meditazione attorno all’idea di centro, come entità in continuo cambiamento, è una composizione coreografica che esplora e provoca le relazioni centrifughe e centripete di tre corpi in movimento orbitale e costante nello spazio, una riflessione sulla cooperazione e la delicata fragilità dell’armonia.
Martedì 16 settembre sarà sempre Elisabetta Consonni a presentare, in Via Farini (ore 12), nei pressi della libreria Feltrinelli, e alla Biblioteca Malerba (ore 15.30), Il secondo paradosso di Zenone, liberamente ispirato al paradosso matematico di Achille e la tartaruga: un lentissimo attraversamento spaziale di un’astronauta, camminatrice in slow motion per eccellenza, da un punto del paesaggio urbano ad un altro. La performance è una celebrazione del rallentare, una forma di resistenza contro i ritmi di un sistema di produzione e consumo che vuole sempre di più e sempre più velocemente. È la presa di coscienza che anche un movimento lento può portare ad un traguardo, senza farci perdere l’esperienza del tragitto. Come per Plutone, anche questo lavoro rimanda ad un Altrove, ad altri pianeti, altri modi, altre atmosfere.
Nella stessa giornata, alle ore 20, il Teatro Europa ospita due lavori che, in modo diverso, indagano l'identità e i linguaggi della danza. Horizon Koinè Bolero dell’artista multidisciplinare italo-giapponese Masako Matsushita, che si occupa di analisi del movimento attraverso processi di ricerca, progetti coreografici, installazioni performative e interazione comunitaria. Interpretato da Vittoria Caneva, è la reinterpretazione del celebre Bolero di Maurice Ravel, raccogliendone la sua molteplicità e vitalità in quanto sinonimo di danza universale, incarnazione di un’unione tra diverse espressioni artistiche e culture. È un orizzonte comune, un punto di incontro in cui i tratti distintivi di ogni tradizione si fondono in un unico linguaggio, capace di valicare spazio e tempo. Alle ore 21.15, Francesca Foscarini presenta Dove cresce ciò che salva, un intenso assolo che mostra gli aspetti oscuri del processo creativo. Una ricerca che, per necessità e desiderio, si dispiega tutta all’aperto, e allo scoperto, proprio lì dove cresce ciò che salva. Lì dove le pietre - ossa della terra, scheletro del mondo - diventano l'archivio delle forze che compongono e decompongono la vita. È su questa presenza/assenza enigmatica che si traccia la mappatura del viaggio dell’artista, nel tentativo difficile di recuperare la memoria biologica perduta e dove, forse, è possibile riavvicinarsi all’ universo.
In entrambi i giorni, il 16 settembre, dalle ore 19, e il 17 settembre, dalle ore 20, al Teatro Europa, sarà possibile vedere i Video Works, brevi opere video degli artisti ospiti al Festival, per approfondirne la conoscenza.
Tre azioni in tre spazi pubblici della città: è il progetto Laboratory strutturato in due diverse declinazioni con le azioni coreografiche dei danz-autori Chiara Montalbani, Danilo Smedile, Diego Spiga.
Laboratory_Urban Strategy si snoderà mercoledì 17 settembre in luoghi del centro storico - P.le F. Borri (ore 17.30), Piazza Ghiaia (ore 18), P.le Picelli (ore 18.30). I tre artisti, interpreti apprezzati del panorama italiano, proporranno linguaggi diversi tra loro, accomunati da grandi capacità tecniche e spiccata sensibilità allo spazio. Le loro improvvisazioni aiuteranno a ri-vedere con un nuovo sguardo gli spazi della città. Alle ore 21 gli stessi artisti, in Laboratory_Home, abiteranno con improvvisazioni gli spazi del Teatro Europa.
Giovedì 18 settembre, dalle ore 14 alle ore 18.30, all’Oratorio Novo della Biblioteca Civica, si terrà il seminario, aperto al pubblico, Coreografie del pensiero e della gestualità con interventi di Chiara Allegri, docente di marketing degli eventi culturali all'Università di Brescia, Roberta Gandolfi, docente di Storia del Teatro Contemporaneo Università di Parma, Alessandro Pontremoli, professore ordinario di Discipline dello Spettacolo all’Università degli Studi di Torino e il filosofo Maurizio Zanardi, una riflessione sulla danza contemporanea, i suoi linguaggi e identità.
Alle ore 21 al Teatro Europa, due giovani coreografi italiani presentano due assoli. La coreografa emergente sarda Giulia Cannas autrice, performer e danzatrice interessata alla danza come manifestazione di esistenza, in No Caption Needed presenta uno studio che definisce il corpo come soglia e confine, un’indagine che
muove dai temi della marginalità, esplorando il corpo come spazio di confine e ponte verso i margini, di cui decostruisce e riscrive i tratti. Il torinese Fabio Pronestì, con il primo studio You Are Not an Island colloca il corpo in una mappatura più estesa di vissuti e memorie, suggerendo scorci di luce sul sistema delle costellazioni familiari, strumento d’indagine mirato a svelare un’eredità di memorie affettive e irretimenti transgenerazionali.
Venerdì 19 settembre, alle ore 20, Parma Moving Festival si sposta al Museo Cinese ed Etnografico dove Stefania Tansini, fra le coreografe più stimate della danza contemporanea italiana degli ultimi anni, vincitrice di diversi premi (tra cui il Premio Ubu 2022 come Migliore performer Under35), con Studi per M, presenta un progetto che indaga il rapporto tra i corpi, la percezione e i luoghi, che qui vivrà perfettamente nella sua dimensione site-specific adattandosi e trasformando gli spazi del Museo nella visione del pubblico. Il progetto vuole aprire le materie e osservarne l’interno, accostare e cucire insieme pezzi di realtà, vivere la danza come strumento più vicino a quel non detto che i corpi emanano e che i luoghi celano.
Alle ore 21 Mother di Perypezye Urbane, a cura di Giovanni Sabelli Fioretti, con Maia Joseph e Marianna De Vito, esplora l'intersezione tra i diversi linguaggi concentrandosi sulla figura della madre come metafora del corpo generativo per eccellenza, mettendola a confronto con la cosiddetta Intelligenza Artificiale generativa, dando vita ad un lavoro su e con l’Intelligenza Artificiale per indagarne estetiche e limiti. La stessa colonna sonora è una creazione originale realizzata usando anche l'IA attraverso un mix di software.
Il Festival si conclude sabato 20 settembre alle ore 21 al Teatro Europa con l'artista rumeno Sergiu Matis, proveniente dalla scena berlinese, con il solo Warp Renderings in cui esplora il modo in cui le immagini estetizzate dei paesaggi hanno distorto il rapporto della società contemporanea con il mondo naturale, dalle tradizioni della pittura paesaggistica europea alla fotografia, alle immagini satellitari, alla CGI e alla realtà virtuale. Seguirà, per concludere il Festival, un aperitivo di saluto.
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