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Orsola di Martino: «La mia ricerca? Sulla chemio-resistenza»

E' suo uno dei progetti selezionati da Airc

«La mia ricerca? Sulla chemio-resistenza». Tra i progetti selezionati da Airc anche quello di Unipr firmato da Orsola di Martino: «Tanti i sacrifici fatti»

di Sara Magnacavallo

03 Ottobre 2025, 15:33

Un sostegno che ha coronato «tutti i sacrifici fatti». Ad affermarlo è la ricercatrice e professoressa dell’Università di Parma Orsola di Martino, una delle tre beneficiarie di quest’anno della raccolta fondi promossa da Esselunga a favore di Fondazione Airc per i progetti di ricerca pediatrici sul territorio nazionale.

La raccolta fondi
Sono state quasi 180 mila le devoluzioni alla raccolta a sostegno di Fondazione Airc, che dal 1965 sostiene la ricerca sul cancro in Italia. Promossa con il Catalogo Fìdaty, la sinergica collaborazione tra azienda, clienti e privato ha raccolto oltre un milione e 700 mila euro: cifra resa possibile anche grazie al contributo di Esselunga, che ha raddoppiato il valore delle donazioni.
La raccolta fondi è terminata lo scorso maggio e supporterà diversi tipi di finanziamento, tutti accomunati da un unico scopo: individuare nuove cure più sicure ed efficaci per migliorare la vita di bambini e adolescenti affetti da tumore. Tra questi, i My First Airc Grant, che consentono ai giovani talenti di condurre una prima ricerca indipendente e acquisire progressivamente autonomia; gli Investigator Grant, destinati a ricercatori consolidati; e le Start-Up, dedicate a giovani ricercatori che rientrano dall’estero e possono avviare il proprio laboratorio indipendente in Italia.

La ricercatrice
Di quest’ultimo gruppo, Airc andrà a sostenere tre progetti di ricerca nel 2025, tra cui il progetto di Orsola di Martino: «Identificare il ruolo della proteina DDIT4 nella progressione della leucemia mieloide acuta e nel modo in cui influenza i meccanismi di risposta alla chemioterapia».
Di Martino ha conseguito un dottorato di ricerca in Biotecnologie molecolari all’Università degli Studi di Napoli Federico II nel 2015. Ma, una volta ottenuto, la sua permanenza in patria è stata breve: «Volevo andare negli Stati Uniti perché in Italia abbiamo ritmi diversi, dettati soprattutto dai limiti burocratici».
È così che l’anno seguente di Martino è partita per conseguire il suo post-dottorato alla Washington University in St. Louis, prestigioso centro di ricerca per le malattie del sangue.
«Da qui, sono rimasta altri otto anni perché promossa ad assistant doctor in Medicina interna», ha spiegato la ricercatrice. Un’esperienza che ha cambiato la traiettoria della sua vita: «Mi ha mostrato la ricerca da un’altra prospettiva, più diversificata. In Italia spesso ci sentiamo dire che «le cose vanno fatte così», ma ora che sono tornata vorrei cambiare questa mentalità disfattista».
Il ritorno in Italia è stato, per di Martino, la risposta ad «un bivio» professionale: «Nel 2024 vinsi una sovvenzione dall’American society over hematology, uno dei finanziamenti più importanti nel campo della ricerca ematologica: non sapevo se rimanere per sempre negli Usa o tornare in Italia ma riflettendoci, ho capito che non me la sentivo di restare. Ho deciso quindi di tornare in Italia per cercare di trasferire le mie conoscenze, e metterle in pratica qui a Parma mi è sembrata l’occasione migliore».
Un mese dal suo rientro, di Martino tenta l’iscrizione al Finanziamento Airc: «Mi sono dedicata con tutta la passione che avevo: sapevo che poteva cambiare la mia vita lavorativa e aprirmi a collaborazioni preziose per crescere come ricercatrice».

Il progetto
Nel progetto portato avanti, di Martino indaga «i fattori che determinano la chemio-resistenza, ossia i meccanismi alla base della mancata risposta alle chemioterapie non tradizionali. Questo fenomeno è molto frequente nella leucemia mieloide acuta e pensiamo che la proteina DDIT4 possa esserne responsabile. La mutazione che proponiamo di indagare è comune nelle leucemie pediatriche, presente anche negli adulti, ma con un impatto particolarmente grave nei bambini».
L’esperimento ambisce a trovare «i meccanismi che spiegano la resistenza anche in altri tipi di tumori solidi: una volta applicato alle leucemie acute, lo applicheremo anche ad altri tipi di tumori».
Il gruppo di ricerca ha ottenuto negli ultimi mesi i brevetti. Recente è anche l’approvazione del Comitato etico regionale dell’Emilia Romagna per iniziare a reclutare pazienti affetti: «Inizieremo questo mese dall’Ospedale Maggiore di Parma e, nel frattempo, svilupperemo modelli sperimentali su animale».
Nel futuro prossimo, Di Martino si augura di «poter identificare nuovi meccanismi molecolari che consentano di superare la chemio-resistenza e, possibilmente, sviluppare delle chemioterapie meno tossiche e più efficaci per i pazienti».
È così che il sostegno di pubblici, privati e cittadini accompagnano la dedizione di ricercatori come Orsola Di Martino verso concreti progressi nella ricerca oncologica pediatrica in Italia. Nuove speranze per bambini e famiglie trovano terreno fertile in un impegno che dimostra come collaborazione, passione e innovazione possano cambiare il futuro della cura del cancro.

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