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San Leonardo

Il maestro Somacher riabbraccia i suoi alunni, classe V del 1970

Il maestro Somacher riabbraccia i suoi alunni

di Marta Mastio

03 Novembre 2025, 09:26

L’importanza di trasmettere il «metodo Somacher». Il vero e sincero affetto del maestro Franco Somacher nei confronti dei suoi studenti di quinta elementare si fa sentire all’interno delle mura della «vecchia scuola» di San Leonardo, ora diventata un ostello. Come ogni anno, la classe si riunisce per tuffarsi in una marea di ricordi di quei bambini, ormai adulti, che sono stati cresciuti dal maestro Franco.
Lui che si rivolge ancora ai suoi alunni leggendo un pensiero scritto col cuore, e nel farlo – tra una lacrima e l’altra – esprime con estrema semplicità il suo amore paterno. «Perché il tempo – come dice il maestro – non sarà ieri, oggi o domani, ma un istante che ci prende per mano per condurci a rivisitare le sensazioni che viviamo insieme». Scuola, infatti, non significa solamente imparare nozioni, ma imparare ad accettare, voler bene, crescere e condividere: tutti valori che il maestro Somacher ha insegnato ai «suoi bambini».

Nel ricordare tanti episodi di quel lontano 1971, l’intera classe riflette su come il loro quartiere del cuore abbia bisogno di accoglienza, ospitalità e prestigio che rendevano unico il San Leonardo. «Non basta accogliere, bisogna anche accettare: e se l’appartenenza ha un segno per noi - continua Somacher - continueremo a vederci anche nell’assenza fisica come compagni di vita così lontani e così vicini». Questo concetto ai bambini era già chiaro quando hanno conosciuto il maestro. Quando spiegava loro cosa significasse conoscere il quartiere, il mondo, le persone e guardare queste ultime con gli occhi del cuore. Solo con questo metodo si impara a crescere, a confrontarsi e accettare che siamo tutti «diversamente uguali». È grazie alle sue parole, alle capacità e al modo di insegnare, che i «pargoli» – come lui li definisce – hanno imparato che, prima di essere degli studenti, si è persone.

Grazie al «Franco imprinting», si capisce il valore di essere umani e si comprende nel profondo cosa significhi essere ricchi nell’animo. Ma non solo: gli allievi hanno imparato a non tacere davanti alle ingiustizie, a contesti e idee che non si condividono: alzare la mano e dare la propria opinione aiuta a relazionarsi col prossimo, perché anche il confronto aiuta a crescere. A organizzare l’incontro hanno contribuito anche il responsabile dell’«Ostello della gioventù» Giovanni Bellavia e i suoi collaboratori, e alcune associazioni del quartiere, tra cui «Parmafotografica», «Amici della Biblioteca di San Leonardo» e «Progetto famiglia».

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