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SENTENZA

Il Tribunale del lavoro di Parma: "Violenza sessuale, regista e teatro ripaghino il danno psicologico"

Le associazioni: "E' la prima volta in Italia"

'Regista e teatro ripaghino danno psicologico violenza sessuale'

24 Novembre 2025, 19:23

Il Tribunale del Lavoro di Parma ha condannato un regista e il teatro dove lavorava a pagare risarcimenti di 25mila e di 85 mila euro nei confronti di due attrici che hanno subito dall’uomo una molestie sessuali e l'altra violenza sessuale, mentre partecipavano ad un corso «di alta formazione» di teatro. La sentenza risale a settembre del 2025 e viene definita «storica ed epocale perchè è la prima in Italia a riconoscere il risarcimento psicologico del danno», hanno spiegato le rappresentanti delle associazioni di Differenza Donna e Amleta che si sono occupate della causa.

«Abbiamo ottenuto una sentenza storica che - ha spiegato la presidente di Differenza Donna Elisa Ercoli - riconosce la responsabilità di chi ha potere nella propria azienda di vigilare e prevenire la violenza maschile contro le donne nell’ambito dello spettacolo. Mai più accettazione della violenza e responsabilità diretta di chi ha responsabilità. Questa sentenza è storica e prova che possiamo ottenere giustizia, se operiamo con l’esperienza e la competenza dei Centri antiviolenza. Amleta e Differenza Donna offrono a tutte le donne dello spettacolo e della cultura ogni tipo di supporto perché finalmente in Italia si arrivi ad un "metoo" atteso da tempo».

La presidente di Associazione Amleta Cinzia Spanò ha aggiunto che «come amlete e come attrici siamo felicissime per questa sentenza storica che segna la fine di una lunga catena di aggressioni e violenze sessuali a danno delle attrici teatrali italiane, dal primo caso di cui siamo a conoscenza avvenuto nel lontano 1998 e che ha coinvolto decine se non addirittura centinaia di attrici. Amleta invita tutte le donne che hanno incontrato la violenza di questo regista a parlare e raccontare, in modo che si possa finalmente capire la reale portata di quella che rimarrà per sempre una delle pagine più buie del teatro italiano». 

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