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Parma al decimo posto nella classifica della qualità della vita: è nella top ten delle città dove si vive meglio

Parma al decimo  posto nella classifica della qualità della vita: è nella top ten delle città dove si vive meglio

01 Dicembre 2025, 08:40

E' uscita oggi la classifica della qualità della vita delle città italiane del Sole 24 Ore: una classifica che fotografa il benessere dei territori. Parma è nella top ten e si piazza al decimo posto, in salita di 16 posti rispetto all'anno 2024. 

Trento al primo posto, Bolzano e Udine rispettivamente al secondo e al terzo. Le città del Sud fanalino di coda (Crotone, Siracusa e Reggio Calabria le ultime tre).

Anche quest'anno l'indagine sulla qualità della vita del Sole 24 Ore prende in esame 90 indicatori, suddivisi nelle 6 macrocategorie tematiche (ciascuna composta da 15 indicatori): 1) ricchezza e consumi; 2) affari e lavoro; 3) ambiente e servizi; 4) Demografia, società e salute; 5) giustizia e sicurezza; 6) cultura e tempo libero.

Sulla base dei vari indicatori, Parma è al terzo posto per immigrati regolari residenti, al settimo per ricchezza e consumi (+35 rispetto al 24), al 15esimo per affari e lavoro (+ 10), all'ottavo per demografia e società. E ancora: al 25esimo per ambiente e servizi (+3), al 70esimo in giustizia e sicurezza e al 43esimo per cultura e tempo libero.

Trento è la provincia in cui si vive meglio, seguita da Bolzano e Udine. Lo certifica la trentaseiesima edizione della Qualità della Vita del Sole 24 Ore, indagine lanciata nel 1990 per misurare i livelli di benessere nei territori italiani ed i cui risultati sono presentati o ggi sulle pagine del quotidiano. Nella top ten trionfa il Nord con Bologna quarta e Milano ottava, ma anche con province di piccola taglia come Bergamo (quinta, vincitrice nel 2024), Treviso (sesta, con il record di posizioni risalite: +18), Verona (settima ), Padova (nona, che ritorna tra le prime 10 dopo 30 anni di assenza) e Parma (decima ). In generale risalgono le grandi città metropolitane: solo due su 14, Bari e Catania, calano di posizione rispetto all’indagine dell’anno scorso, Roma guadagna 13 posizioni rispetto all’edizione 2024 arrivando 46/a. Genova sale di 11 gradini arrivando al 43° posto, Torino sale di una posizione (57ª).Firenze è stabile al 36/o posto. La competitività di questi territori sul piano degli affari e del lavoro, ma anche l'attrattività su quello degli studi e dell’offerta culturale, contribuiscono dunque a mitigare la presenza di disuguaglianze accentuate che rende queste aree più esposte alla polarizzazione interna. Il Sud rimane in coda con Cagliari al 39/o posto prima provincia meridionale per piazzamento ( sale di cinque posizioni)e Reggio Calabria ultima classificata, ultima per il secondo anno consecutivo.. Bari è 67/a (in calo di due posizioni), Messina 91/a, Catania 96/a, in calo di 13 posizioni), Palermo 97/a e Napoli 104/a.

Rimane dunque forte il divario tra Nord e Sud: una spaccatura geografica che, in 36 edizioni della Qualità della vita, non ha accennato a sanarsi, nonostante i punti di forza del Mezzogiorno nella demografia, nel clima, nel costo della vita decisamente più accessibile, e i fondi (inclusi quelli del Pnrr) che negli anni hanno contribuito a dare una spinta alle imprese e al Pil d i questi territori. Le ultime 22 classificate, infatti, continuano a essere province meridionali. L’indagine fotografa il benessere nelle province italiane con 90 indicatori divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero. Le classifiche di tappa si confermano sei: Milano vince in Ricchezza e consumi; Milano mantiene la sua leadership in Affari e Lavoro; Brescia mantiene la leadership in Ambiente e servizi; Bologna è leader in Demografia, salute e società; Oristano guida la classifica di Giustizia e sicurezza; Trieste si conferma la migliore per Cultura e tempo libero. Una menzione a parte va a Siena che vince la quinta edizione della Qualità della vita delle donne, un indice sintetico basato su 14 parametri (tra cui tasso di occupazione, imprese femminili, amministratrici donne di imprese e di entri locali, quota di laureate, gap retributivo e occupaziona le, competenza numerica e alfabetica non adeguata) che va poi a confluire nella classifica generale, nella categoria Demografia, salute e società. (ANSA).

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