Traguardo mancato per 43 km. Ripetuta l'avventura di Patrignani nel 1964
Quarantatre chilometri. Un’inezia, se paragonati ai circa 15mila percorsi, che ha impedito a Fabio Cofferati di raggiungere Tokyo, fermandolo sul lembo più orientale della Russia, a bordo della sua Vespa ma che di certo non ha tolto il sapore all’impresa del salsese. In quasi due mesi ha ripercorso le gesta di Roberto Patrignani nel 1964 quando, a bordo di una Vespa 150 cc, raggiunse la capitale del Giappone, Tokyo, in occasione delle Olimpiadi di quell'anno.
Proprio la competizione dei cinque cerchi ha dato a Cofferati, appassionato vespista, lo spunto per riproporre l’avventura, a bordo di un medesimo modello dell’azienda di Pontedera, partendo da Salsomaggiore in giugno alla presenza del sindaco, Filippo Fritelli, e del presidente della Regione, Stefano Bonaccini: obiettivo quello di consegnare un trofeo donato dal Vespa Club d’Europe al Cio nipponico. Ma il viaggio ha avuto anche uno sfondo solidaristico per aiutare la fondazione Isal per la ricerca sul dolore cronico presieduta da William Raffaeli.
«14.985 km per arrivare fin qui, sulla spiaggia di Korsakov. A ruote, impossibile andare oltre. La punta della penisola di Sakhalin dista solo 43 km dall’isola giapponese di Hokkaido – ha detto Cofferati a conclusione dell’impresa – che confrontati a tutta la strada fatta, sono un battito di ciglia. Umanamente era impossibile fare di più. Ogni viaggio ha la sua storia, questo è andato così. Non è una sconfitta, anzi oggi abbiamo fatto la storia vespistica: non ho memoria dell’ultimo viaggio compiuto sotto l’egida di tutto il consiglio del Vespa Club d’Italia. Per me è stato un grande onore portare alti i nostri colori, la vera protagonista è stata lei, la Vespa».
M.L.
© Riproduzione riservata
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata