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Medicina

Staminali, robot e 3D: la cura del ginocchio ha ora nuovi alleati

Al congresso nazionale della Siot anche Buffon. A presiedere, il parmigiano Adravanti

Staminali, robot e 3D: la cura del ginocchio ha ora nuovi alleati

Foto d'archivio

di Monica Tiezzi

03 Dicembre 2022, 15:34

Grandi novità sul fronte delle cellule staminali e anche su quello tecnologico, grazie alla chirurgia robotica. Sono questi i risultati più rilevanti, per quanto riguarda il trattamento del ginocchio, del confronto fra specialisti all'ultimo congresso della Siot (Società italiana di ortopedia e traumatologia) che - dopo due anni di stop per la pandemia - si è tenuto di recente in presenza a Roma.

Fra i maggiori specialisti del settore era presente anche Paolo Adravanti, presidente del congresso, referente organizzativo dell'unità operativa di Ortopedia della casa di cura «Città di Parma». Interessanti le prospettive, spiega Adravanti, «sulla medicina rigenerativa, con la possibilità di attuare metodologie bio-rigenerative, migliorando il quadro clinico al di là dell'ambito chirurgico».

Le cellule staminali, prelevate da tessuto adiposo o midollo osseo, poi centrifugate e reiniettate nel paziente con infiltrazione intra-articolare, «hanno avuto finora una minima funzione rigenerativa, limitandosi a ridurre l'infiammazione e migliorare l'articolazione, e garantendo comunque maggiore possibilità di movimento e meno dolore», spiega Adravanti.

Mentre i fattori di crescita (proteine prelevate dal sangue) trovano il loro uso di elezione nella traumatologia sportiva, in tendiniti o in strappi muscolari, spiega ancora Adravanti, «le staminali trovano il loro impiego, con l'infiltrazione endo-articolare, per la degenerazione artrosica. Proprio a livello di staminali, come è emerso al congresso, si prospetta, nell'ambito della ricerca biologica, un miglioramento delle procedure di prelievo e frammentazione verso qualcosa di più rigenerativo e non più solo antinfiammatorio».

Grande fermento, continua lo specialista, anche sul fronte delle nuove tecnologie, «che possono migliorare la pratica clinica e garantire risultati funzionali per il paziente». In primo piano c'è la chirurgia robotica, sempre guidata - è bene ricordarlo - dallo specialista che ha valutato con attenzione gli esami pre-operatori dedicati, come la tac.

«Oggi il robot immagazzina i dati con le tac pre-operatorie, li elabora e ce li mette a disposizione: è il braccio tecnologico a cui da l'input il chirurgo. In futuro il robot immagazzinerà una grande quantità di dati, i cosiddetti “big data”, acquisiti anche durante l'intervento, e questo consentirà al chirurgo, attraverso la metodologia del “machine learning”, di capire qual è il gesto chirurgico più appropriato in base alle esperienze passate» dice Adravanti.

L'altro sviluppo, in campo tecnologico, sono la realtà virtuale e l'intelligenza artificiale. «In futuro entreremo in sala operatoria e vedremo il setting operatorio in modo diverso: la mano del chirurgo sarà guidata da una realtà virtuale in un mondo artificiale. Attraverso immagini pre-operatorie (tac e risonanza magnetica) potremo avere a disposizione, ad esempio con occhiali 3D, un'immagine tridimensionale che ci consente di eseguire il gesto chirurgico più corretto e funzionale», spiega l'ortopedico.

Nei due giorni del congresso, spazio è stato dato anche agli infortuni sportivi, con una tavola rotonda che ha visto, fra gli altri, la presenza di Gianluigi Buffon. Si è parlato, dice Adravanti, del rischio di complicazioni e lesioni dovute al forte stress cui sono soggetti gli sportivi a causa della velocità del gesto atletico. Un impatto importante per i soggetti coinvolti, le società di riferimento e anche i media.

Presidente del congresso è stato Paolo Adravanti, referente organizzativo dell'unità operativa di Ortopedia della «Città di Parma».

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