SALUTE
Il consumo di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato non bruciato (HnB) è un fenomeno emergente, soprattutto fra i giovani. Secondo l'Istat, nel 2021 il 2,8% delle persone di 14 anni e più (circa un milione e mezzo) ha dichiarato di utilizzare la sigaretta elettronica, il 3,4% dei maschi e il 2,3% delle femmine. I ragazzi sono i maggiori fruitori della sigaretta elettronica: tra i 18 e i 34 anni la quota è del 5,2% (circa il 6% dei maschi e il 4,5% delle femmine). La sigaretta elettronica piace soprattutto tra i maschi di 25-34 anni (6,2%).
Ma i pneumologi sono cauti sugli effetti dello «svapo», e in Usa - dove il fenomeno è dilagante fra gli studenti delle scuole superiori - sono già iniziate campagne del servizio sanitario per dissuadere dal «vizio».
«I progressi che abbiamo ottenuto negli ultimi 20 anni grazie alla pulizia dell’aria dal fumo di sigaretta, rappresentano uno dei più importanti risultati di salute pubblica - dicono gli esperti Siaaic, la Società italiana di allergologia, asmologia e immunologia clinica - Ora bisognerebbe contrastare l’esposizione all’aereosol della sigaretta elettronica e dei dispositivi a tabacco riscaldato. Ci sono studi che indicano la presenza di sostanze potenzialmente nocive di questi vapori, i cui effetti sulla salute respiratoria sono poco chiari e praticamente sconosciuti nel lungo periodo».
L’uso della sigaretta elettronica, spiega sempre l'Istat, decresce progressivamente al crescere dell’età, quasi scomparendo tra la popolazione di 65 anni e più. Si dichiara ex consumatore il 4,4% delle persone di 14 anni e più, con punte più elevate tra i giovani tra i 18 e i 24 anni (7,3%).
Nel 2021 la quota di consumatori di prodotti a tabacco riscaldato non bruciato (HnB) è pari al 2,1%, un livello lievemente più basso rispetto alla percentuale degli utilizzatori di sigaretta elettronica. Si attesta all’1,7%, invece, la quota di coloro che dichiarano di averli utilizzati in passato e di avere smesso di usarli. Si tratta comunque di prodotti di nuova generazione che, come visto per la sigaretta elettronica, coinvolgono prevalentemente i più giovani: dichiara di utilizzarli il 5,2% delle persone tra i 18 e 24 anni.
Se sul totale della popolazione di 14 anni e più non si osservano differenze di genere e le percentuali di maschi utilizzatori sono equivalenti a quelle delle femmine, tra i giovani utilizzatori di 18-24 anni le ragazze toccano una quota più elevata: circa il 7% contro il 3,6% dei ragazzi.
La maggior parte di chi fa uso di sigaretta elettronica o di prodotti a tabacco riscaldato non bruciato è anche un fumatore tradizionale (2,9%), seguito da chi è un ex fumatore (1%), mentre solo una quota residuale di consumatori è un non fumatore (0,2%).
L’87,8% non ha mai sperimentato questo tipo di prodotto (con percentuali più alte tra i ragazzi di 14-17 anni e tra gli over 64enni).
Nel periodo che va dal 2014 al 2021 l’uso della sigaretta elettronica è aumentato lentamente e costantemente. Nel 2014, il primo anno nel quale l’Istat ha cominciato a rilevare l’uso di questi dispositivi, gli utilizzatori di 14 anni e più erano circa 800mila. L'aumento c'è stato specialmente dal 2017, fino ad arrivare nel 2021 a quasi un milione e mezzo di persone di 14 anni e più.
Con la legge contro il fumo, calati gli asmatici ricoverati
A 20 anni dall’entrata in vigore della legge Sirchia (anniversario il 16 gennaio) che, a tutela dei non fumatori, vietava il fumo nei locali pubblici chiusi, il bilancio degli esperti della Società italiana di allergologia, asmologia e immunologia clinica (Siaaic), è positivo: sono diminuiti del 10-15% gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri dei pazienti asmatici, anche tra i più piccoli.
«L’asma è una malattia cronica delle vie aeree di natura infiammatoria. Se una persona non ha caratteristiche patogenetiche, il fumo passivo non può causarla. Ma le persone che soffrono di asma bronchiale risentono in modo negativo degli effetti del fumo sia attivo che passivo, per la potente azione infiammatoria e la minore efficacia del trattamento farmacologico» sottolinea Mario Di Gioacchino, presidente Siaaic.
«Il fumo passivo in età pediatrica è un fattore che favorisce l’insorgenza dell’asma nei bambini e aumenta la possibilità che possano diventare asmatici nel tempo - aggiunge Gianenrico Senna, professore di Malattie respiratorie all’Università di Verona e direttore dell’Asma Center del Policlinico Universitario - Inoltre l’esposizione al fumo passivo in età pre e post natale, aumenta il rischio di comparsa dell’asma dal 21 all’85%».
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