salute
L'anemia è una anomalia ematologica che affligge circa un terzo della popolazione mondiale, con una importante ricaduta dal punto di vista socio-sanitario. È un deficit del quale si viene a conoscenza spesso grazie ad accertamenti effettuati per qualsiasi altra ragione ed è particolarmente pericolosa nelle forme che colpiscono l’infanzia al punto da poter interferire con lo sviluppo neuro-psicologico dell’individuo.
Come ci spiega Michele Riva, direttore della Medicina interna a indirizzo angiologico e coagulativo dell'ospedale Maggiore, le anemie si caratterizzano per un ridotto numero di globuli rossi e della quota di emoglobina, deputata al trasporto dell’ossigeno ai vari tessuti e organi, al punto da comprometterne il corretto funzionamento.
Quali i parametri corretti?
Nel neonato la concentrazione di emoglobina si aggira tra i 17 e 20 g/L (grammi per litro), il livello più elevato nel corso dell’intera vita, per abbassarsi con il crescere dell’età e differenziarsi tra i sessi a partire dalla pubertà. I valori normali di emoglobina nel maschio adulto sono tra i 13 -18 g/L e tra i 12-16 g/L nella donna. Nella gravidanza tali valori si abbassano per effetto dell’espansione della massa ematica circolante.
Quali le forme più diffuse?
Dal punto di vista epidemiologico le varie forme di anemia hanno una diversa incidenza a seconda dell’area geografica di appartenenza e sono classificate generalmente in base alla loro causa. In linea generale l’anemia si sviluppa come conseguenza di un alterato bilancio tra la perdita (distruzione, emorragie) e la generazione dei globuli rossi. Un difetto di produzione dei globuli rossi o dell’emoglobina stessa è correlabile a deficit di fattori fondamentali come vitamine e oligoelementi, indispensabili per la corretta attivazione di processi metabolici, stati infiammatori, alterazioni genetiche in grado di modificare la morfologia e la funzionalità cellulare, malattie del midollo osseo e altro. Un particolare rilievo assumono forme di anemia secondarie dovute a deficit di vari fattori. La carenza di svariate sostanze normalmente assunte con la dieta come ferro, rame, zinco, alcune vitamine come la A, B12, C, E, di folati e riboflavina può causare l’insorgenza di anemie secondarie. Tra queste il basso livello di ferro nell’organismo, per ridotta assunzione, scarso assorbimento o eccessiva perdita è senza dubbio la più frequente. Per tale ragione si deve prestare la massima attenzione nel prevenire o trattare perdite ematiche nel tratto digerente, a volte misconosciute, soprattutto se concomitanti a terapia anticoagulante.
Le casistiche più diffuse?
Nelle donne in età fertile molto spesso cicli mestruali abbondanti possono comportare significativi deficit di ferro. Il rischio in cui incorrono coloro che seguono un regime alimentare vegetariano o vegano è di sviluppare un’anemia da carenza di vitamina B12 contenuta prevalentemente nella carne. In questo caso la vitamina andrà apportata in altro modo garantendo un corretto sviluppo delle cellule del sangue e un adeguato funzionamento del tessuto nervoso. Dopo le anemie secondarie, gli stati infiammatori dovuti a malattie persistenti o infezioni sono la seconda causa più ricorrente. Nell’età avanzata è calcolato che una quota tra il 10 e il 32% delle anemie è dovuto a fattori prodotti in corso di infiammazione.
Quali i sintomi dell’anemia?
Per lo più il riscontro di un’anemia avviene in modo casuale. Può essere inizialmente subdola ma con l’aggravarsi del problema compaiono sintomi come stanchezza, pallore, battiti cardiaci accelerati o irregolari, affanno respiratorio, vertigini, problemi cognitivi, mani e piedi freddi e mal di testa. L’entità dei sintomi e il tempo della loro insorgenza sono influenzati dall’età e dalle condizioni generali delle persone. È quando l’anemia si instaura acutamente in conseguenza ad un evento emorragico, con perdite ematiche superiori al 10-15% della massa ematica circolante, che possono comparire sintomi legati all’instabilità circolatoria fino allo shock. Questo si manifesta con alterazione dello stato mentale, perdita di coscienza, sudorazione profusa, tachicardia, dispnea intensa e richiede l’immediata reintegrazione del volume ematico perso per contrastare ben più gravi conseguenze, fino alla morte.
Prevenzione e terapia?
Molti tipi di anemia non sono prevedibili con un adeguato stile di vita e sono tali da richiedere trattamenti specifici in grado di agire sulla causa scatenante. Nella maggior parte dei casi, in assenza di altre condizioni morbose, è possibile ridurre la probabilità di sviluppare la malattia seguendo un’alimentazione varia, sana e ricca di ferro e vitamine che facilitino la crescita ed il corretto funzionamento dei globuli rossi. La dieta dovrebbe includere pane integrale, cereali, riso, patate, carote, broccoli, pomodori, legumi, frutta secca, carni rosse e pollame. Il ferro è contenuto in molti di questi alimenti, ma quello proveniente dalla carne è di più facile assimilazione. Sono da evitare il consumo eccessivo di alcolici, bevande gassate o con caffeina, integratori di calcio antiacidi. Auspicabile l’assunzione di succhi di agrumi, ricchi di vitamina C, che aiutano l’organismo ad assorbire il ferro.
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