salute
Il sonno è sacro e a Parma, all’ospedale Maggiore c’è un centro che si occupa dei disturbi che possono comprometterlo. Le donne hanno un triste primato: sono più soggette a questo tipo di problema per vari fattori che variano nel corso della vita.
Abbiamo chiesto a Carlotta Mutti e Francesco Rausa, neurologi esperti in medicina del sonno certificati Esrs (European sleep research society) e a Silvia Pizzarotti, medico del lavoro con master in medicina del sonno, di spiegarci quanto influiscano le differenze di genere nella qualità del sonno.
Premessa necessaria degli specialisti: evitare l’automedicazione, molto frequente nei disturbi del sonno, che può rivelarsi a volte deleteria. Meglio rivolgersi a specialisti del sonno sia per escludere cause secondarie alla base del disturbo, sia per avviare un percorso di cura adeguato, che prevederà accorgimenti cognitivo-comportamentali e, se necessario, interventi farmacologici.
«Sono molte le differenze tra il sonno dell’uomo e quello della donna - chiarisce Mutti - La donna, affrontando continui cambiamenti a livello ormonale in tutte le fasi della vita affronta anche, in parallelo, continui cambiamenti nella qualità e struttura del sonno. Durante l’età fertile, per esempio, la donna ha un sonno più frammentato rispetto all’uomo. Il periodo peri-menopausale comporta un ulteriore peggioramento della qualità e quantità del sonno oltre che un aumento di frequenza di disturbi del sonno, tra cui in particolare la sindrome delle apnee ostruttive e la sindrome delle gambe senza riposo. Molti sono i cambiamenti associati anche alla maternità e al puerperio, sia per effetto di mutazioni a livello ormonale e fisico, sia per le necessità di accudimento del neonato. È interessante sapere che il sonno della mamma arriva a sincronizzarsi con quello del neonato, in particolare quando i due dormono insieme. Sono poi tante anche le differenze secondarie a fattori culturali e sociali che inevitabilmente favoriscono l’insorgenza di variazioni tra sonno maschile e femminili».
In quali condizioni si rischia nella donna che l’insonnia diventi un “circolo vizioso”?
«I meccanismi che portano al consolidarsi dell’insonnia possono essere sintetizzati nella regola delle tre P di Spielman: processi predisponenti, precipitanti e perpetuanti - spiega Pizzarotti - Sono questi ultimi soprattutto che portano la cronicizzazione dell’insonnia. I fattori perpetuanti includono tutti quei comportamenti errati e fattori psicologici che compromettono il sonno. Un esempio classico è la tendenza del paziente affetto da insonnia cronica di trascorrere tante ore a letto senza riuscire di fatto a dormire. Questo porta a peggiorare il problema, riduce l’efficienza del sonno e aumenta la quota di ansia anticipatoria nei confronti del sonno».
Nella donna i cicli ormonali cambiano qualità e tempi del sonno. Quando la situazione diventa insostenibile, quali rimedi?
«C'è un incremento dei disturbi del sonno nel periodo premestruale e durante la fase mestruale in particolare nelle donne con dismenorrea (crampi mestruali dolorosi, ndr) - spiega Rausa - Gli squilibri ormonali tipici del ciclo mestruale possono provocare alterazioni anche nella produzione e rilascio di melatonina, quest’ultima coinvolta nella complessa dinamica del ciclo sonno-veglia. I cicli irregolari sono più facilmente associati a problemi del sonno. La relazione tra sonno e funzione riproduttiva è bidirezionale: alcuni report in letteratura hanno evidenziato l’associazione tra ridotta durata di sonno ed alterazioni del ciclo mestruale. Nel periodo peri-menopausale è maggiore la frequenza di risvegli notturni e di sonno non ristoratore ed alcune evidenze vedono nella terapia ormonale sostitutiva un possibile alleato nella gestione di questi disturbi. In alcune occasioni sarà necessario ricorrere a strategie farmacologiche».
Paura di non riuscire a dormire: come sconfiggerla?
«Conoscendo il problema, comprendendo cosa può aiutare e cosa invece amplifica l’insonnia e agendo di conseguenza - suggerisce Pizzarotti - Chi soffre di insonnia cronica spesso focalizza pensieri e preoccupazioni nei confronti del disturbo del sonno, controlla ossessivamente l’orologio o il cellulare durante i risvegli notturni e arriva a sera spaventato dalla notte che dovrà affrontare. Occorre parlarne con il medico esperto di sonno e, in molti casi, affrontare un percorso di terapia cognitivo comportamentale per insonnia».
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