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Salute

Cefalea: cause, terapie e rimedi

Ne soffre, o ne ha sofferto, il 90% della popolazione Quando è primaria, e quando è spia di un problema

Qualche consiglio per tener testa alla cefalea

di Raffaella Ilari

14 Giugno 2024, 20:00

Tutti ne abbiamo sofferto e ne soffriamo, chi più, chi meno. È il mal di testa o cefalea, un sintomo molto generico, con il quale si indica quel dolore al capo localizzato nella zona anteriore, posteriore, o laterale, a volte anche sulla faccia. A parlarcene è Paola Torelli, responsabile del Centro cefalee dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

«Quando parliamo di mal di testa, dobbiamo distinguere tra le forme primarie, in cui il mal di testa è il disturbo, e le forme secondarie, in cui il mal di testa è la spia di qualcos’altro, anche di banale. L’emicrania invece è una cefalea primaria che rientra nelle forme in cui il mal di testa è una malattia con caratteristiche particolari».

Quanti ne soffrono?

«Se parliamo di cefalee primarie, il 90% della popolazione. Se parliamo di emicrania il 25% in età giovanile, una frequenza alta. In generale, con un rapporto femmine-maschi di circa 3 a 1, il mal di testa è donna».

I fattori ormonali incidono?

«Non sono la causa del mal di testa e dell’emicrania, ma possono condizionarne l’andamento temporale. Nella donna in età fertile l’emicrania si presenta più frequentemente in correlazione con le mestruazioni, migliora durante la gravidanza, e nell’80% del sesso femminile tende a scomparire a menopausa conclamata».

Come riconoscere il tipo di mal di testa?

«La diagnosi è clinica. Per le forme primarie, non abbiamo indagini strumentali che ci fanno vedere la cefalea di tipo tensivo o a grappolo, perché non sono legate ad alterazioni strutturali del cervello. L’emicrania si presenta ad attacchi. Nella forma più tipica è un dolore pulsante e forte solo da un lato della testa, che rende difficoltoso lo svolgimento delle attività quotidiane, una forma non pericolosa per la vita ma invalidante. Oltre al dolore, ha sintomi associati che la caratterizzano, come l’ipersensibilità a vari tipi di stimolazione (luce, suoni, odori, tatto) e, a volte, nausea e vomito».

Cosa lo può scatenare?

«Oltre ai sintomi associati, gli attacchi possono essere spontanei o favoriti da alcune condizioni. Quelli più frequenti sono stress, stanchezza, cambio di ritmi di vita, come l’emicrania del weekend, la deprivazione di sonno e il dormire in una fascia oraria diversa dal solito. A differenza di quanto si creda, gli alimenti non hanno un ruolo importante, ad esclusione degli alcolici. I cambiamenti climatici spesso la favoriscono, come riferito dall’80% degli emicranici».

Quando diventa patologia?

«Quando impatta negativamente sulla qualità di vita. In generale, una ricorrenza plurimensile di attacchi emicranici può essere considerata invalidante. L’emicrania con aura, una forma a bassa frequenza caratterizzata per un disturbo alla vista che precede l’insorgere del mal di testa, si verifica alcune volte all’anno. In questo caso la disabilità è legata più alla paura e alla tipologia del sintomo che alla frequenza. Tra gli attacchi più ricorrenti, compaiono quelli di emicrania senza aura e quelli di emicrania cronica, una forma che si manifesta per più di 15 giorni al mese, per molti mesi consecutivi».

Quale terapia?

«Se vogliamo parlare di trattamenti con i farmaci, ci sono quelli sintomatici che, se presi durante l’attacco, bloccano dolore e sintomi associati. I trattamenti preventivi, associabili ai primi, non trattano il singolo attacco ma ne riducono ricorrenza, intensità, durata, migliorando la qualità di vita. Per l’emicrania l’indicazione è prendere il farmaco sintomatico il più velocemente possibile, mai in anticipo, in assenza di dolore, perché porta ad un uso eccessivo e scorretto».

Ci sono rimedi legati allo stile di vita?

«Il rilievo dei fattori scatenanti specifici per ciascun paziente. Se parliamo di stile di vita, sicuramente l’attività fisica aerobica regolare ha un effetto positivo sulla frequenza dell’emicrania, così come la regolarità dei pasti. Anche le tecniche di gestione dello stress sono considerate terapie coadiuvanti al trattamento farmacologico. L’agopuntura ha evidenze scientifiche di efficacia, è una valida alternativa ai trattamenti farmacologici sia nella cefalea di tipo tensivo che nell’emicrania».

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