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Allergie d'autunno, cambia il clima e i pollini «tormentano» più a lungo

Allergie d'autunno , cambia il clima e i  pollini  «tormentano» più a lungo In aumento, per le  abbondanti  piogge,  anche le muffe

di Monica Tiezzi

12 Novembre 2024, 08:49

Che impatto sta avendo il cambiamento climatico sulle allergie? Molto. Troppo. Basti pensare che in Pianura Padana l'aumento delle temperature ha avuto conseguenze devastanti sui bioritmi naturali: la stagione pollinica inizia circa tre settimane prima rispetto a vent'anni fa e si protrae fino all'autunno inoltrato.
L'effetto serra causa il riscaldamento globale: e così la maggiore concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera porta ad un incremento del rilascio di pollini.
In questo quadro complicato, c'è almeno una luce: in un'epoca digitale l’utilizzo di particolari app da parte dei pazienti permette di modulare la terapia anche sulla base dei calendari pollinici in tempo reale. Parliamo di autunno ed allergie con Erminia Ridolo, dirigente medico dell'ambulatorio di Allergologia dell'ospedale Maggiore e direttrice della Scuola di specializzazione di Allergologia ed Immunologia clinica dell'Università di Parma.

Sono in aumento le allergie nel periodo autunnale?
Certamente. Negli ultimi anni gli autunni sono sempre più caldi ed umidi, un clima quasi "monsonico". Oggi in autunno rileviamo pollini che fino a pochi anni fa appartenevano all'estate, in particolare quelli di ambrosia e di graminacee. L'elevato tasso di umidità favorisce la diffusione delle spore fungine e causa non pochi problemi ai soggetti allergici alle muffe. Per di più non siamo al sicuro nemmeno quando il caldo umido cede finalmente il posto ai primi freddi: una volta accesi i termosifoni, la nostra abitazione diventa l'habitat ideale per gli acari della polvere, e non solo. Il tepore domestico è infatti molto apprezzato anche dagli scarafaggi, potenziali fonti allergeniche.

La concomitanza dei primi mali di stagione e dell'influenza con l'allergia crea problemi? I sintomi sono simili e non facilmente identificabili?
Certamente vi è grande sovrapposizione di sintomi respiratori tra malattie allergiche e infezioni stagionali, con rinite, dispnea e tosse come comuni denominatori. Inoltre le infezioni respiratorie rappresentano un importante fattore scatenante per le riacutizzazioni dell'asma. È dunque fondamentale che i pazienti allergici, in particolare gli asmatici, optino per la vaccinazione antinfluenzale annualmente, oltre al vaccino per lo pneumococco, che garantisce una copertura per cinque anni. Proteggersi è essenziale: la metà delle esacerbazioni asmatiche si verifica in concomitanza ad infezioni respiratorie. I responsabili non sono solo i virus influenzali. Le patologie allergiche sono un importante fattore di rischio per forme severe di infezione da rinovirus. Nemmeno i dati relativi alle infezioni da SARS-CoV-2 sono rassicuranti: tra i pazienti con malattia severa da Covid, la prevalenza di soggetti asmatici è maggiore rispetto alla popolazione generale. In questo senso la letteratura scientifica europea è in linea con quella americana. Altro temibile nemico è il virus respiratorio sinciziale (VRS), che colpisce particolarmente bambini nel primo anno di vita, causando bronchioliti e asma nei bambini e negli adolescenti. Sottolineo che a partire da quest’anno è stata promossa in tutte le regioni italiane una campagna preventiva fondamentale, che consiste nella somministrazione gratuita nel primo anno di vita di un anticorpo monoclonale (nirsevimab) al fine di proteggere i piccoli pazienti dalle infezioni respiratorie da virus respiratorio sinciziale.

È in aumento l'allergia alla muffa?
I cambiamenti climatici e l'aumento del tasso di umidità sono certamente correlati all'aumento di soggetti allergici ai miceti. Non possiamo non citare la "Katrina Cough", neologismo statunitense riferito ai sintomi respiratori lamentati da molti abitanti di New Orleans dopo il devastante uragano del 2005, causati dalla massiva proliferazione delle muffe. Anche i materiali costruttivi delle abitazioni, in particolare il legno, giocarono un ruolo fondamentale, poiché rappresentano un terreno di proliferazione particolarmente adatto alle spore fungine. Se consideriamo le alluvioni che hanno colpito recentemente la nostra Regione, è chiaro che dobbiamo prestare attenzione all'allergia alle muffe.
Assisteremo ad una "Katrina Cough" in Emilia-Romagna?
Non è da escludere. Le muffe rappresentano un rischio non solo per chi soffre di allergie: le tossine fungine possono causare effetti devastanti anche in soggetti non sensibilizzati, portando anche a disturbi gastrointestinali ed effetti neurotossici e nefrotossici.

Come si può prevenire in casa e fuori? Quali sono gli ambienti da evitare per gli allergici?
Per prevenire la muffa è necessario abbattere il tasso di umidità. Infiltrazioni di acqua nei muri vanno assolutamente arginate mediante specifici interventi; accorgimenti più semplici consistono nell'aerare quanto più possibile l'ambiente domestico e nell'evitare piante in casa e tappetini da bagno, nel tentativo di mantenere un tasso di umidità inferiore al 50%. Non scordiamo inoltre di disinfettare regolarmente i contenitori per l'immondizia: l'alternaria infatti cresce anche su frutta e ortaggi in decomposizione, oltre che sui muri. Occorre cautela anche maneggiando vecchi libri, giornali e persino vestiti. Oltre ad evitare le cantine, il paziente sensibilizzato alle muffe deve prestare attenzione alle aree boschive, in particolare in autunno: le foglie in decomposizione rappresentano un potenziale reservoir per l'alternaria.



Erminia Ridolo
Dirigente medico dell'ambulatorio di Allergologia dell'ospedale Maggiore

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